Disposte 5 condanne e 21 assoluzioni. Si chiude così il processo scaturito dalla maxi inchiesta “Sepultura”, l’indagine che ipotizza un illecito e vasto traffico e smaltimento di rifiuti nella discarica di contrada Principe a Camastra. Il primo grado di giudizio si conclude a quasi dodici anni di distanza dal primo accesso effettuato dai carabinieri del Noe nel sito. Il pubblico ministero aveva chiesto 8 condanne e 18 assoluzioni. I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno inflitto 2 anni di reclusione ciascuno (pena sospesa) a Donato D’Angelo, 66 anni, di Chieti; Calogero Alaimo, 64 anni, di Camastra; Salvatore Alaimo, 60 anni, di Camastra e Alfonso Bruno, 57 anni, di Realmonte; 1 anno a Giuseppe Daniele Pistone, 56 anni, di Catania. Tutti sono stati ritenuti responsabili del reato di traffico illecito di rifiuti incassando però anche l’assoluzione per altre ipotesi di reato. Il tribunale ha altresì disposto una pena pecuniaria di 60mila euro a carico di una delle sette società coinvolte.
Ventuno, invece, le assoluzioni, si tratta di Marco Campione, 65 anni, di Agrigento; Pasquale Di Silvestro, 74 anni, di Pescara; Giuliano Costantini, 79 anni, di Pescara; Giuseppe Cultrera, 64 anni, di Floridia; Antonio Cultrera, 60 anni, di Floridia; Massimo Cultrera, 58 anni, di Floridia; Salvatore Bonafede, 75 anni, di Augusta; Massimo Barbieri, 75 anni, di Voghera; Francesco D’Alema, 44 anni, di Bitonto; Anna Maria Rosso, 52 anni, di Petralia Sottana; Giuseppe Giuffrida, 78 anni, di Gravina di Catania; Fabio Borsellino, 63 anni, di Palermo; Maria Rita Paratore, 51 anni, di Catania; Antonino Paratore, 79 anni, di Santa Domenica Vittoria; Francesca De Gaetano, 81 anni, di Calatafimi; Gerlando Piparo, 68 anni, di Agrigento; Luciano Dell’Olmo, 72 anni, di Cecina; Filippo Oddo, 75 anni, di Palermo; Danilo Ignazio Russo, 53 anni, di Sciacca; Fabrizio Giotti, 50 anni, di Palermo.
Al centro dell’inchiesta la discarica di contrada Principe – gestita dalla società A&G srl – in cui sarebbero confluiti rifiuti pericolosi provenienti da bonifiche, lavorazioni e cicli produttivi. Secondo l’impianto accusatorio, molti colossi imprenditoriali potevano contare sull’impianto agrigentino.
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