Clima, Legambiente: in 11 anni oltre 800 eventi estremi in Italia. Agrigento tra le città più colpite
In undici anni l’Italia ha registrato oltre 800 eventi meteorologici estremi, con Agrigento in testa tra i comuni più colpiti nella fascia tra 50 e 150 mila abitanti. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Legambiente, che fotografa una situazione sempre più preoccupante per frequenza e impatto dei fenomeni legati alla crisi climatica.
Secondo il report, Agrigento conquista la maglia nera con 28 eventi estremi, seguita da Ancona (14). La maggior parte dei danni è stata causata da piogge intense, allagamenti e forti raffiche di vento, che negli ultimi anni hanno provocato gravi criticità idrogeologiche in diverse aree della città. Seguono Forlì (11), Como (11), Fiumicino (11), Sassari (10), Lamezia Terme (9), Potenza (9), Massa (8) e Pesaro (8).
Per le città più grandi, la situazione non migliora: tra i comuni con oltre 500 mila abitanti, Roma è la più colpita con 93 eventi estremi, seguita da Milano (40), Genova (36), Palermo (32), Napoli (20) e Torino (13). Nella fascia intermedia, tra 150 mila e 500 mila abitanti, Bari guida la classifica con 33 eventi, davanti a Bologna (18), Firenze (14) e Catania (13).
Ma il report non si limita a contare i danni: analizza anche la capacità di risposta dei comuni italiani. E qui le differenze territoriali diventano evidenti.
Tra i comuni con popolazione compresa tra 50 e 150 mila abitanti, solo il 32% (35 su 110) dispone di un piano o di una strategia di adattamento climatico. La percentuale sale al 70% tra le città di medie dimensioni (150-500 mila abitanti) e raggiunge l’83% tra le grandi città, dove 5 su 6 si sono dotate di strumenti di pianificazione, come nel caso di Bologna, Milano e Genova. Roma, invece, ha approvato la propria strategia solo nel 2025.
“L’assenza di una diffusione capillare di strumenti di pianificazione per l’adattamento climatico nei Comuni – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – è frutto dei mancati sviluppi attuativi del PNACC, della mancanza di risorse adeguate e di competenze specifiche nei territori”, sottolinea.
Minutolo propone di seguire “l’esempio dei PUMS, i piani urbani di mobilità sostenibile”, con un ruolo attivo del Governo nel definire criteri minimi e nel vincolare risorse a chi rispetta tali requisiti.
“Solo così – aggiunge – sarà possibile superare una programmazione a macchia di leopardo e garantire ai sindaci strumenti di qualità per affrontare la crisi climatica”.
Un richiamo forte, quello di Legambiente, che pone Agrigento e molte altre città italiane davanti all’urgenza di passare dalle parole ai fatti, adottando piani di adattamento concreti per prevenire i danni crescenti legati al cambiamento climatico.
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