Tempesta nella Dc siciliana: Cuffaro nel mirino, Pace si autosospende dall’Antimafia
PALERMO – La richiesta di arresto per Totò Cuffaro ha scosso alle fondamenta la politica regionale siciliana, investendo il centrodestra e in particolare la corrente democristiana che negli ultimi anni aveva riconquistato un ruolo centrale negli equilibri di governo. Una bufera che non ha risparmiato neppure il presidente della Regione, Renato Schifani, costretto a misurare il grado della crisi esplosa nel suo stesso campo politico.
A differenza di altre occasioni, Schifani ha scelto la cautela: nessuna formula di rito, nessuna “fiducia nella magistratura” preconfezionata. Solo poche parole per invitare alla prudenza, segno di una distanza politica che si fa sentire. La tensione è alta: mentre i magistrati indagano su un sistema di appalti e sanità, nell’occhio del ciclone finisce anche il manager dell’Asp di Siracusa Alessandro Caltagirone e il commissario del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale Giovanni Tomasino.
L’asse Lega-Dc si sgretola
Il terremoto giudiziario arriva in un momento già delicato per la maggioranza. Da tempo, infatti, si parlava di un progressivo allontanamento tra Lega e Dc. Da Roma, i vertici salviniani precisano che non esiste alcun accordo formale, ma che “è in corso una riflessione sull’abbraccio alla Dc”. Una posizione che molti leggono come preludio alla rottura di un asse che aveva garantito equilibrio all’interno del centrodestra siciliano.
A rafforzare l’ipotesi di separazione, anche il gelo nei rapporti tra i due partiti: la Lega guarda con sempre maggiore interesse a Fratelli d’Italia, mentre la Dc di Cuffaro continua la sua espansione territoriale, accusata dagli alleati di “campagna acquisti” per accaparrarsi consiglieri e amministratori locali.
La nuova geografia del centrodestra
La crisi della Dc rischia di spostare il baricentro del governo regionale. Gli osservatori parlano già di una maggioranza che potrebbe presto poggiare sull’asse Fratelli d’Italia – Forza Italia, con i meloniani pronti a capitalizzare l’indebolimento cuffariano.
Nei sondaggi interni, il partito dell’ex presidente della Regione era accreditato di percentuali tra il 15 e il 20%, un risultato che avrebbe potuto tradursi in una quindicina di deputati all’Ars. Ora, la “campagna acquisti” e le indagini in corso rischiano di ridimensionare il progetto politico e di raffreddare i rapporti con Schifani, già in difficoltà per la gestione della giunta.
Il gelo si è allargato anche ai rapporti con Fratelli d’Italia, nonostante il buon dialogo tra Cuffaro e alcuni esponenti del partito della Meloni. Tra i più influenti nel nuovo scenario si segnalano l’assessore Elvira Amata e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, figure destinate ad avere un ruolo di peso nella ridefinizione dei futuri equilibri.
Pace si autosospende dalla Commissione Antimafia
Nel frattempo, la crisi politica si intreccia con nuovi sviluppi giudiziari. Il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, ex sindaco di Ribera e considerato uno dei più stretti alleati di Cuffaro, ha annunciato la sospensione dalla Commissione regionale Antimafia dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Palermo.
«Mi è stata notificata un’informazione di garanzia – ha dichiarato – in merito a un’indagine della Procura di Palermo. Pur dichiarando la mia totale estraneità ai fatti, ritengo doveroso autosospendermi in via cautelativa dalla Commissione Antimafia, per rispetto delle istituzioni e fiducia nella magistratura».
L’indagine dei carabinieri del Ros ipotizza a suo carico reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Pace, che in questi tre anni aveva consolidato un forte consenso nell’Agrigentino, si dice «tranquillo» e pronto a chiarire ogni aspetto della vicenda.
Un centrodestra in cerca di equilibrio
Tra inchieste, sondaggi e tensioni interne, la maggioranza regionale affronta uno dei momenti più complessi della legislatura. L’effetto domino dell’inchiesta su Cuffaro potrebbe ridisegnare gli equilibri politici in vista delle elezioni del 2027, con la Dc che rischia di perdere la sua funzione di cerniera tra gli alleati e la leadership di Schifani sempre più sotto pressione.
La Sicilia, ancora una volta, si ritrova al centro di una crisi che intreccia giustizia e politica, dove i numeri dell’Ars e i rapporti di forza sembrano destinati a cambiare rapidamente.
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