C’è stato un momento, durante la cerimonia per i 150 anni del risparmio postale, in cui la sala si è fermata.
Sul grande schermo scorrevano le immagini di un video intenso e commovente: centocinquant’anni di Poste Italiane condensati in pochi minuti.
Ma dietro quelle immagini c’era molto più di un racconto aziendale — c’era la storia dell’Italia, quella vera.
Un’Italia che lavora, produce, si rialza, che nonostante crisi, guerre, ricostruzioni e rivoluzioni tecnologiche ha saputo rimanere a passo coi tempi, restando accanto alle famiglie, ai risparmiatori, ai piccoli comuni.
Un’Italia che ha attraversato le generazioni con la stessa determinazione di chi ogni giorno apre un ufficio postale o deposita pochi euro su un libretto, sapendo che quel gesto significa fiducia.
Le immagini del video scorrevano come pagine di un libro di memoria collettiva: i portalettere in bicicletta, le donne agli sportelli, i libretti verdi consumati tra le dita.
Ogni fotogramma parlava di un Paese che crede nel lavoro, nel risparmio, nella dignità.
È stata forse la parte più emozionante della giornata, quella che ha commosso anche chi da anni racconta l’Italia.
E non è un caso che a Roma, per celebrare questo anniversario, fossero presenti 150 giornalisti — tanti quanti gli anni del risparmio postale — provenienti da tutta Italia e anche dall’estero.
Una sala stampa gremita e impeccabilmente organizzata, segno che l’evento ha saputo parlare al cuore del Paese e al tempo stesso al mondo della comunicazione.
L’organizzazione è stata sobria ma perfetta, attenta ai dettagli, capace di trasmettere la forza di una tradizione che guarda al futuro con serietà e visione.
Altro segno tangibile di questa connessione profonda con il territorio è stata la presenza dei sindaci dei piccoli comuni, tra cui Luigi Nigrelli (Comitini), Alfonso Provvidenza (Grotte) e Giovanni Cirillo (Montallegro).
La loro partecipazione ha rappresentato simbolicamente l’Italia autentica, quella dei borghi e delle comunità, che trova ancora nelle Poste un punto di riferimento, un presidio di servizi, di fiducia e di umanità.
In quella sala, accanto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai ministri Giorgetti e Urso, ai vertici di CDPe Poste Italiane, si respirava qualcosa di raro: orgoglio nazionale.
Non solo per i numeri — 27 milioni di risparmiatori e 320 miliardi di euro di raccolta — ma per ciò che quei numeri rappresentano: un patto di fiducia tra cittadini e istituzioni, costruito giorno dopo giorno in 150 anni di storia condivisa.
Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti non hanno semplicemente celebrato un anniversario.
Hanno ricordato che il risparmio postale è parte del DNA del Paese, una tradizione che unisce Nord e Sud, città e paesi, generazioni passate e future.
Una storia fatta di discrezione e concretezza, che continua a costruire valore senza clamore, ma con la forza silenziosa della costanza.
E in quell’applauso finale — tra giornalisti, amministratori, lavoratori e cittadini — si è riconosciuta l’Italia che commuove, che ispira e che fa bene sperare.
Un’Italia che, ancora oggi, sa credere in se stessa.
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