Verso le Amministrative 2026: la DC apre la stagione politica, Cuffaro richiama all’umanità
AGRIGENTO – La macchina politica cittadina si rimette in moto. In vista delle Amministrative 2026, la Democrazia Cristiana apre ufficialmente la stagione del confronto con un incontro pubblico dal titolo “Verso le Amministrative 2026”, in programma giovedì 16 ottobre alle 17 all’Hotel Akrabello di Villaggio Mosè.
All’appuntamento, promosso dal segretario provinciale Antonietta Vita, prenderanno parte Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars, e il segretario nazionale Totò Cuffaro, che guiderà il dibattito sulle strategie e sulle prospettive del partito nel territorio agrigentino.
L’appuntamento arriva in un momento in cui i partiti locali iniziano a muoversi in vista della sfida per Palazzo dei Giganti, sondando alleanze, consensi e nomi possibili. Ma Cuffaro, prima ancora della politica, ha voluto riportare il dibattito su un piano umano. Nelle ultime ore, infatti, ha diffuso una lettera accorata dopo la tragica morte di Paolo Taormina, appena ventunenne: «Ci sono notizie che non si leggono, si sentono addosso. La morte di Paolo Taormina è una di quelle che ti scavano dentro. Non perché servano parole nuove, ma perché ti costringono a guardare la verità negli occhi: la verità di una generazione che non riesce più a riconoscersi, e di adulti che troppo spesso hanno smesso di capirla».
Parole che travalicano la cronaca e toccano il senso stesso della politica come servizio e responsabilità: «La politica — quella vera — non è solo leggi e bilanci. È chinarsi sul dolore della gente, riconoscerlo e provare a trasformarlo in futuro. A Paolo non possiamo più restituire la vita, ma possiamo restituire ai suoi coetanei la possibilità di credere che la vita abbia un senso».
Intanto, il clima politico in città comincia a riscaldarsi. I nomi che circolano per la corsa a sindaco sono quelli di sempre: l’uscente Francesco Miccichè, l’ex sindaco Calogero Firetto, e poi ancora figure note come Giuseppe Di Rosa, Benedetto Adragna, Carmelo Cantone, Calogero Sodano, Onofrio Dispenza, Onofrio Cacciatore e, forse, Vincenzo Fontana. Si parla anche di un possibile candidato dell’Udc e di un nome interno alla stessa Democrazia Cristiana, ma al momento nessuna sorpresa all’orizzonte.
La considerazione che emerge, inevitabile, è che non ci sono volti nuovi. La politica agrigentina sembra continuare a muoversi dentro schemi e protagonisti già noti, senza quell’energia di rinnovamento che molti cittadini si aspettavano alla vigilia di una campagna elettorale che potrebbe segnare una fase decisiva per la città. E a questo si aggiunge un altro dato tutt’altro che marginale: l’assoluta assenza di nomi femminili tra i possibili candidati alla carica di sindaco. Un’assenza che pesa e che racconta, più di tante analisi, quanto il percorso verso una reale parità nella rappresentanza politica sia ancora lontano.
Infine c’è la questione Fratelli d’Italia che potrebbero decidere di correre con un loro candidato sindaco. Le dinamiche interne alla maggioranza hanno già mostrato le prime crepe con l’uscita di Fratelli d’Italia dalla giunta Miccichè, una scelta definita dal partito “di chiarezza e coerenza politica” dopo le tensioni esplose in seguito al cosiddetto “caso Ciulla”, che ha innescato una frattura profonda tra il sindaco e gli alleati. Le dimissioni degli assessori Alfano e Piparo hanno sancito di fatto la fine di un equilibrio che già da tempo appariva instabile, riaprendo il dibattito sul futuro assetto politico della città.
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