PALERMO – La Sicilia si prepara a una nuova organizzazione sanitaria con l’approvazione della nuova rete ospedaliera regionale, che prevede meno posti letto ma un rafforzamento degli ospedali di prossimità. Un piano che da un lato viene presentato come necessario per rendere più efficiente il sistema, dall’altro suscita polemiche e proteste da parte di sindaci e amministratori locali.
I numeri della nuova mappa
Rispetto alla vecchia pianificazione del 2019, i posti letto previsti scendono: la riduzione è legata anche al calo della popolazione e ai parametri nazionali. In particolare, la Regione ha confermato 208 posti in più di rianimazione, 50 per le malattie infettive, 48 per l’apparato respiratorio e 11 per la rete dell’emergenza-urgenza, ma restano circa 2500 posti letto in meno rispetto alle richieste del territorio.
Ospedali di prossimità
La nuova mappa punta soprattutto sugli ospedali di prossimità, strutture pensate per alleggerire i grandi hub ospedalieri e ridurre i tempi di attesa. Piccoli centri che, nelle intenzioni del governo regionale, dovrebbero garantire servizi di base, smaltire le liste e ridurre la pressione sui pronto soccorso delle città metropolitane.
Le proteste dei sindaci
Dodici sindaci del comprensorio palermitano, nove dei quali di centrodestra, hanno consegnato al prefetto una nota durissima, denunciando che la nuova rete “aumenta le disuguaglianze sociali e sanitarie per chi vive nelle comunità locali”.
La protesta è partita proprio dalla provincia di Palermo, guidata dal sindaco di Corleone Nicolò Rà, presidente della conferenza permanente dei sindaci, che ha chiesto un ripensamento del piano.
L’assessorato: “Scelte legate alla popolazione”
L’assessore regionale alla Sanità ha ribadito che il taglio dei 367 posti letto è legato al calo demografico e che la Regione ha comunque incontrato tutti i sindaci interessati, difendendo la validità della riorganizzazione.
«Posso comprendere la posizione di ogni sindaco che vuole assicurare alla propria comunità i migliori livelli di assistenza – ha commentato Daniela Faraoni, commissario straordinario dell’Asp di Palermo – ma l’obiettivo resta quello di attivare tutti i posti letto previsti e migliorare l’organizzazione complessiva».
Una partita ancora aperta
Il dibattito resta acceso: da un lato il governo regionale difende il piano come necessario e sostenibile, dall’altro sindaci e territori chiedono garanzie per non vedere ridotta l’assistenza sanitaria in aree già fragili. La nuova rete ospedaliera in Sicilia, insomma, parte con l’obiettivo di maggiore efficienza, ma il confronto con i territori si annuncia lungo e complesso.
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