Riforma del Codice dei beni culturali, gli architetti: “Sì alle semplificazioni, ma potenziamo le Soprintendenze”
“Finalmente il processo di semplificazione si estende anche al settore dei beni culturali”. È con queste parole che Rino La Mendola, presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento, accoglie con favore la legge delega – già approvata dal Senato e adesso al vaglio della Camera – che autorizza il Governo a riformare il Codice dei Beni culturali con un nuovo decreto legislativo.
Un’apertura importante, che però non esclude la necessità di correttivi: “Il principio di escludere dal parere vincolante della Soprintendenza gli interventi di scarso impatto, come tettoie, pergolati, infissi o impianti tecnologici, rappresenta un passo avanti verso una vera semplificazione. Ma è fondamentale – sottolinea La Mendola – introdurre anche il silenzio-assenso e fissare tempi certi per le istruttorie, altrimenti ogni innovazione rischia di rimanere inefficace”.
Il nodo resta quello delle Soprintendenze, oggi in evidente sofferenza: “Troppo spesso i ritardi non dipendono solo dalle norme, ma da un personale ormai ridotto all’osso, che non riesce a far fronte alle tante competenze richieste. È urgente – incalza La Mendola – investire in risorse umane qualificate e garantire una macchina amministrativa davvero efficiente”.
Sul tema si innesta anche il Piano integrato di Attività e Organizzazione 2025-2027 adottato dalla Regione Siciliana, che prevede l’assunzione di 1.348 dipendenti nel triennio. Gli architetti auspicano che una parte significativa di queste nuove unità venga destinata proprio al settore dei Beni culturali, così da rendere realmente attuabile la riforma.
“Seguiamo con attenzione l’iter della legge delega e del successivo decreto legislativo – conclude La Mendola – pronti a proporre emendamenti utili per una riforma che sia davvero efficace e capace di coniugare semplificazione e tutela. Solo così potremo garantire un futuro più snello e moderno al nostro patrimonio culturale”.
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