Restano tutti agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, i 9 indagati per la rissa con accoltellamento avvenuta la notte dello scorso 13 luglio a Porto Palo di Menfi. Lo ha deciso il gip del tribunale di Sciacca, Valentina Del Rio, dopo gli interrogatori. Si tratta di 8 giovani di Santa Margherita di Belìce e uno di Montevago. Gli avvocati difensori, adesso, si apprestano a fare ricorso al tribunale del Riesame.
La zuffa, avvenuta in un locale sulla spiaggia, aveva portato al ferimento di un giovane cameriere di nazionalità egiziana, verosimilmente, per uno sguardo di troppo rivolto a una ragazza da parte di un amico della vittima. Il ragazzo egiziano aveva riportato ferite da taglio al gomito e alla mano destra oltre a una lesione renale da accoltellamento. Inizialmente trasportato all’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, era stato successivamente trasferito al San Giovanni di Dio di Agrigento per la gravità delle ferite.
L’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Sciacca, i racconti di alcuni testimoni e il riconoscimento fotografico fatto dalla vittima, hanno portato all’arresto di 9 ragazzi, tra i 18 e i 22 anni (otto sono di Santa Margherita di Belìce e uno di Montevago), raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, firmata dal gip di Sciacca, Antonino Cucinella, dietro richiesta della locale Procura. Gli indagati, in realtà, sono undici. Per due si procede separatamente in quanto minorenni.
“Una inaudita, micidiale, violenza atta a mettere a repentaglio l’incolumità, se non addirittura la vita, della persona offesa”, scrive il gip nel provvedimento. Anche se l’ipotesi di reato di tentato omicidio non è stata però configurata. Le ipotesi di reato contestate sono rissa aggravata e porto illegale di armi.
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