C’è chi dalle delusioni si allontana, e chi invece sceglie di ricominciare. Alfonso Cipolla ha scelto la seconda via, quella più difficile, ma anche quella più autentica. Con gli occhi pieni di passato e il cuore rivolto al futuro, l’ex difensore biancazzurro torna a vestire i colori dell’Akragas, pronto a rimettere mano a un progetto sportivo spezzato troppo in fretta.
“Avevamo fatto tanto per riportare questa squadra in Serie D, poi è stato vanificato tutto”, confessa con amarezza. Ma nel suo sguardo non c’è rassegnazione, bensì voglia di riscatto.
«Ho un sentimento particolare per questa maglia – dice Cipolla – per me è stato molto doloroso, come per tutti gli altri tifosi dell’Akragas, vivere quello che è successo l’anno scorso. Ci avevo messo del mio per riportarla dove credo meriti di stare, almeno in Serie D. Ho sofferto come ogni agrigentino. Ho accettato di tornare anche per questo: per darmi, per darci, un’altra opportunità. L’obiettivo è sempre lo stesso: portarla più in alto possibile».
Ma sa bene che non sarà semplice. «Riportare la gente allo stadio sarà forse la sfida più dura. Però dobbiamo lavorare per questo. C’eravamo riusciti già una volta, dopo la delusione della Serie C. Ricordo ancora la festa per la promozione: settemila persone allo stadio, un entusiasmo che non si può dimenticare. Quel ricordo è la nostra motivazione».
Il nuovo corso biancazzurro parte da un’idea semplice ma potente: testa bassa e lavoro, per conquistare sul campo la fiducia perduta. «Le sensazioni devono essere positive. Bisogna trasmettere entusiasmo, lavorare in armonia, restare uniti. Il presidente ci ha già parlato del suo progetto: c’è voglia di fare cose importanti. Questo per noi è uno stimolo in più. Vogliamo fare capire subito alla gente che ci metteremo tutto, per riportarli allo stadio e meritare la loro fiducia».
Agrigento ha già visto rinascite incredibili. E se la città saprà credere di nuovo, l’Esseneto potrà tornare a essere il fortino biancazzurro che tutti ricordano. Con uomini come Cipolla a guidare la risalita, sognare non è vietato. GUARDA IL VIDEO
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