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Home » note ufficiali » Porto Empedocle, il Comitato Mare Nostrum: “solo conferme alle nostre preoccupazioni”

Porto Empedocle, il Comitato Mare Nostrum: “solo conferme alle nostre preoccupazioni”

27 Luglio 2025
in note ufficiali, Porto Empedocle
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Porto Empedocle, il Comitato Mare Nostrum: “Nessuna risposta concreta, solo conferme alle nostre preoccupazioni”

PORTO EMPEDOCLE – Dopo la conferenza stampa tenuta lo scorso 24 luglio presso il cantiere del dissalatore, il Comitato Mare Nostrum torna a intervenire con toni critici e preoccupati. Malgrado la presenza del Commissario per l’Emergenza Idrica Dell’Acqua e la consegna ufficiale della petizione popolare che aveva portato alla convocazione del Consiglio Comunale Straordinario ed Aperto, i componenti del Comitato dichiarano di non credere alle rassicurazioni espresse sulla realizzazione del dissalatore fisso nella zona industriale ASI, né sulla presunta futura rimozione del dissalatore mobile in spiaggia.

“La conferenza stampa non ha sciolto un solo dubbio – dichiarano – anzi ha rafforzato le nostre preoccupazioni su diversi punti tecnici, politici e ambientali.”

Secondo Mare Nostrum, la scelta dell’area adiacente alla centrale Enel sarebbe stata giustificata dalla presenza di un vecchio impianto di dissalazione, poi rivelatosi non disponibile e disabilitato già da gennaio 2024. Il Comitato sottolinea quindi una grave incoerenza: “Se l’Enel aveva i requisiti, l’impianto poteva realizzarsi lì. Se non li aveva, si doveva trovare un’altra area. Invece si è proceduto ugualmente, con motivazioni che oggi appaiono deboli o fuorvianti.”

Altrettanto contestata è la definizione di “impianto mobile ed emergenziale”. Le opere realizzate, sostiene il Comitato, sono quelle di un impianto fisso e ben più potente della portata annunciata (96 litri/secondo), con una struttura non compatibile con un semplice revamping nella zona industriale.

Si mette in dubbio anche l’argomentazione sulla maggiore distanza dell’area ASI dalla condotta di sovrambito: “I vecchi dissalatori in zona industriale distano poche centinaia di metri, mentre la zona Enel è a tre chilometri.”

Il Comitato smentisce infine l’affermazione secondo cui l’attuale dissalatore sia stato realizzato in tempi record: “Nel 1990, con fondi regionali, un dissalatore fisso fu completato in meno di quattro mesi. Oggi, si sarebbe potuto fare anche meglio, con costi inferiori.”

A preoccupare maggiormente è l’intenzione di immettere direttamente in rete l’acqua dissalata, senza miscelazione con l’acqua sorgiva. “Non solo la qualità è inferiore – dicono – ma si rischia anche un’invasione di competenze tra Siciliacque e Aica, visto che la prima gestisce la rete sovrambito e la seconda quella comunale.”

Alla luce di queste considerazioni, Mare Nostrum pone domande precise e rimaste senza risposta:

  • Che fine hanno fatto i 26 milioni di euro destinati ai dissalatori fissi nella zona industriale?
  • Sono stati tutti impiegati per il dissalatore mobile, e con quali prospettive?
  • Chi finanzierà ora la realizzazione dell’impianto fisso?
  • Quando e con quali risorse sarà smantellato l’attuale impianto mobile in spiaggia?

Il Comitato segnala anche la totale assenza di trasparenza nella pubblicazione di progetti, relazioni tecniche e studi, difficili da reperire anche online a causa di malfunzionamenti o scarsa accessibilità dei portali istituzionali.

“La spiaggia di Porto Empedocle – concludono – non può continuare a essere occupata da opere precarie, mal pianificate e con ricadute economiche nulle. Dopo decenni di industrializzazione fallita, questa città merita di poter guardare al futuro con progettualità sostenibili e valorizzazione turistica. È tempo di restituire ai cittadini il diritto di scegliere quale destino dare al proprio territorio.”

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