Venerdì 25 luglio, il Centro Commerciale Città dei Templi di Villaseta ad Agrigento ospiterà alle ore 19 un appuntamento che promette di restituire voce e memoria a uno dei più grandi cineasti italiani: la presentazione del libro “Pietro Germi. Gli anni felici in Sicilia” di Raimondo Moncada, pubblicato da VGS Libri.
Un evento culturale che vuole essere un dialogo aperto sulla figura di Pietro Germi e sul suo legame con la Sicilia.A moderare l’incontro sarà la giornalista Marilena Patti di Agrigento Oggi, mentre interverranno lo storico Elio Di Bella, il direttore Domenico Vecchio e la direttrice editoriale della casa editrice, Graziella Pecoraro. La presenza di Raimondo Moncada, autore del volume, permetterà un confronto diretto su uno dei periodi più intensi e significativi della storia cinematografica italiana, visto dalla prospettiva di chi ha saputo raccontare, con rigore e passione, l’avventura umana e artistica di Germi in Sicilia.
Il libro di Moncada parte proprio da questa figura unica e spesso fraintesa. Germi, con la sua poetica fatta di contrasti e sfumature, ha saputo restituire la Sicilia in tutte le sue ambivalenze: terra di miseria e bellezza, di fatalismo e dignità, di silenzi e voci che esplodono. Il lavoro di Moncada si inserisce nel solco della migliore saggistica cinematografica, andando oltre la semplice biografia: ciò che emerge dalle pagine è la capacità di Germi di osservare, ascoltare e tradurre in immagini il carattere profondo dell’isola, tra verità e rappresentazione.Attraverso le ricerche d’archivio e le testimonianze raccolte, il volume ricostruisce non solo il percorso artistico del regista, ma anche le atmosfere, i paesaggi e le relazioni umane che hanno nutrito la sua opera. Viene alla luce una Sicilia autentica, mai scontata, ricca di contraddizioni ma anche di inaspettata vitalità, teatro ideale di un cinema capace di raccontare l’umanità nei suoi aspetti più oscuri e più luminosi.Questa serata rappresenta dunque un’occasione non solo per celebrare il passato, ma anche per interrogarsi sul presente e sul futuro di una cultura che, come quella siciliana, si nutre di memoria, narrazione e identità. Pietro Germi non è stato solo un regista: è stato un interprete lucido, a volte spietato ma sempre innamorato della realtà che raccontava.
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