Il clima politico ad Agrigento si fa sempre più rovente in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Le prime schermaglie tra i potenziali candidati a sindaco non si sono fatte attendere, e la polemica sollevata da Nino Cuffaro, segretario comunale del Partito Democratico e probabile aspirante alla poltrona di primo cittadino per la sinistra agrigentina, è un chiaro segnale dell’intensità della contesa. Nel mirino di Cuffaro, non a caso, l’ombra ingombrante di Calogero Firetto, ex sindaco e figura politicamente “inossidabile” del panorama locale.
Nino Cuffaro ha postato su facebook il seguente testo polemico contro l’ex Sindaco Lillo Firetto:
“Il prossimo anno si rinnoveranno il Consiglio comunale e il Sindaco di Agrigento e già sono cominciate le manovre politiche e circolano i nomi dei primi candidati.
Tra questi, l’eterno e inossidabile Lillo Firetto.In questa consiliatura è stato poco presente. Anche ieri era assente nella seduta del Consiglio che avrebbe dovuto affrontare il tema della crisi idrica alla luce degli scandali evidenziati dall’inchiesta giudiziaria in corso, che ha investito l’Aica e la classe politica agrigentina al suo massimo livello.
Inoltre, buona parte dei consiglieri che lo avevano sostenuto in passato, venuto meno il ruolo di Sindaco, sono transitati versi i lidi più promettenti della destra al potere. Un segno evidente delle “qualità” della comunità politica che ha appoggiato la sua candidatura.Pare che per la prossima scadenza amministrativa, Firetto pensi ad una candidatura con liste civiche.Considerando, però, che in città non esiste un tessuto molto diffuso di associazioni e singole personalità che si siano distinte nelle attività sociali, assistenziali, culturali, etc… viene il dubbio che si voglia ripercorrere furbamente, come già cinque anni fa, la strada di un civismo opportunistico, artefatto, creato alla bisogna per mascherare di nuovo le vecchie logiche di potere”.
Il post su Facebook di Nino Cuffaro, su una probabile ricandidatura di Firetto, ne delinea un ritratto tagliente, quasi un “avvertimento” alla città e al suo elettorato. La scelta di definire Firetto “l’eterno e inossidabile Lillo Firetto” non è un mero vezzeggiativo, ma intende suggerire che ci sarebbe, a suo parere, una certa stanchezza nell’elettorato verso figure percepite come onnipresenti.L’attacco di Cuffaro si concentra su due fronti principali: l’assenza di Firetto dal Consiglio comunale e la “qualità” della sua precedente coalizione. La puntualizzazione sull’assenza di Firetto dalla seduta cruciale sulla crisi idrica, nel contesto di un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto Aica e la classe politica agrigentina, è una mossa astuta. Cuffaro non solo sottolinea una presunta disattenzione verso temi vitali per la città, ma cerca anche di associare la figura di Firetto a un contesto di opacità politica. È un’insinuazione, un’ombra proiettata che mira a minare la credibilità dell’ex sindaco.
Ancora più incisiva è l’analisi sulla “comunità politica” che ha sostenuto Firetto in passato. La migrazione di buona parte dei consiglieri verso “i lidi più promettenti della destra al potere” viene presentata da Cuffaro come un “segno evidente delle “qualità” di quella compagine. Questa affermazione va oltre la semplice constatazione di un cambio di schieramento: è un giudizio morale e politico sulla lealtà e l’opportunismo, sottintendendo che il sostegno a Firetto fosse basato su convenienza piuttosto che su una visione politica condivisa. In un’ottica di metalinguaggio politico, Cuffaro dipinge Firetto come un leader incapace di costruire una squadra solida e ideologicamente coesa, ed inoltre come un aggregatore di interessi passeggeri.
La parte più significativa del testo, tuttavia, riguarda la probabile strategia di Firetto di ripresentarsi con liste civiche. Ma Cuffaro riguardo a ciò sottolinea la “mancanza di un tessuto molto diffuso di associazioni e singole personalità” ad Agrigento, che si distinguano in attività sociali, assistenziali o culturali. Anche se al momento lo stesso Cuffaro in realtà sta chiamando a raccolta anche il mondo delle associazioni che gravitano a sinistra per mettere a punto un programma politico e un unico candidato Sindaco della sinistra. La considerazione di Cuffaro sul mondo delle associazioni locali è piuttosto un preambolo retorico per smascherare quello che definisce un “civismo opportunistico, artefatto, creato alla bisogna per mascherare di nuovo le vecchie logiche di potere”. Questo è il cuore della critica di Cuffaro: egli accusa Firetto (o chiunque adotti tale strategia) di utilizzare il civismo come una maschera per perpetuare un sistema di potere tradizionale, svuotando il concetto di partecipazione dal basso e di rinnovamento. Il riferimento al “cinque anni fa” suggerisce che questa tattica sia già stata impiegata e smascherata, cercando di precludere a Firetto un percorso che l’elettorato, secondo Cuffaro, dovrebbe ormai riconoscere come ingannevole.L’interesse di Nino Cuffaro in questa polemica è palese e molteplice. In primis, posizionarsi come il principale alfiere del Partito Democratico e, più ampiamente, della sinistra agrigentina. Attaccando Firetto, una figura trasversale che ha raccolto consensi bypartisan, Cuffaro cerca di polarizzare il dibattito e di presentarsi come l’unica vera alternativa al “vecchio” che, a suo dire, Firetto rappresenta.
Cuffaro sta, di fatto, lanciando una sfida diretta a Firetto, cercando di delegittimarne preventivamente una potenziale candidatura che nella precedente elezione amministrativa è stata sostenuta anche dal Partito democratico agrigentino. La battaglia politica ad Agrigento si preannuncia quindi serrata, con la sinistra che, attraverso la voce di Nino Cuffaro, sta cercando di capitalizzare sul malcontento e sulla richiesta di trasparenza, contrapponendosi a un passato che, a suo avviso, è segnato da opportunismo e da una gestione del potere poco incline al rinnovamento. Le prossime settimane e i mesi a venire diranno se questa strategia riuscirà a cementare il consenso attorno alla figura di Cuffaro e della sinistra agrigentina, o se altre scelte politiche o nuove liste civiche – piuttosto che di partito – saranno in grado di far breccia nel cuore degli elettori. Intanto Cuffaro ha lanciato il guanto di sfida a Firetto e ha sfidato anche il Pd agrigentino, chiamando il suo partito a non confermare le proprie simpatie verso l’ex Sindaco.
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