Un generatore di corrente rappresenta una risorsa indispensabile per assicurare l’alimentazione elettrica in situazioni di emergenza, come durante un blackout, o in luoghi isolati non raggiunti dalla rete elettrica. È uno strumento utile sia in ambito domestico che professionale, capace di garantire continuità operativa e sicurezza. Tuttavia, orientarsi nella scelta del modello giusto può risultare complesso, poiché esistono numerose tipologie, ciascuna con caratteristiche, potenza e utilizzi specifici. Di seguito gli elementi principali di cui tener conto in fase di scelta, in modo da individuare tra i generatori di corrente in offerta quello più adatto alle proprie esigenze.
Il tipo di carico da gestire
Il primo aspetto da prendere in considerazione è il tipo di carico che dovranno gestire, ovvero:
- Carichi resistivi: sono i più semplici da gestire per un generatore. Hanno un consumo costante e non richiedono potenza aggiuntiva all’avvio. Inoltre, non sono influenzati dalla qualità dell’energia prodotta. In questa categoria rientrano alcuni piccoli elettrodomestici di uso comune, come i bollitori, le stufette, i tostapane, ecc;
- Carichi reattivi: comprendono dispositivi dotati di motori elettrici, che sono molto sensibili a eventuali variazioni nella forma d’onda, tensione o frequenza. Se questi parametri non sono corretti, le prestazioni calano, si verificano vibrazioni, surriscaldamento e danni al motore. Inoltre, questi apparecchi richiedono un’elevata potenza al momento dell’avvio, superiore a quella nominale. In questa categoria rientrano utensili come trapani e seghe elettriche, ma anche molti elettrodomestici tra cui i climatizzatori e frigoriferi;
- Carichi elettronici: includono dispositivi particolarmente sensibili alla qualità dell’energia, che necessitano di una fornitura stabile e precisa, tra cui pc, televisori, impianti audio e altre apparecchiature delicate. Una tensione e/o frequenza instabile potrebbe danneggiarli o comprometterne le prestazioni.
La tecnologia
La qualità dell’energia erogata da un generatore di corrente influisce in modo decisivo sulle prestazioni e sull’affidabilità dei dispositivi collegati, indipendentemente dal tipo di carico. Per tale ragione, per scegliere un generatore di corrente bisogna valutare la sua tecnologia (a condensatore o induttivo, con scheda AVR, oppure a inverter). I gruppi elettrogeni a condensatore o induttivi sono i più diffusi, ideali per carichi resistivi grazie all’affidabilità e dalla facilità d’uso, soprattutto in ambito industriale. I generatori con scheda AVR, invece, integrano un regolatore automatico di tensione, che assicura maggiore stabilità anche in caso di variazioni di carico. I più avanzati sono i generatori inverter, che offrono un’energia pulita e costante indipendentemente dalla velocità del motore.
La potenza richiesta
Per scegliere correttamente un generatore di corrente, è importante comprendere la differenza tra kW (kilowatt) e kVA (kilo Volt Ampere), due unità che indicano rispettivamente la potenza reale e quella apparente. Nei circuiti in corrente continua (DC), kW e kVA coincidono ma nei circuiti in corrente alternata (AC) possono differire a causa dello sfasamento tra tensione e corrente, noto come fattore di potenza (cos-fi). Questo valore varia in base al tipo di carico: nei carichi resistivi, come stufe elettriche o lampadine, si avvicina a 1, mentre nei carichi reattivi, come motori elettrici o saldatrici, può scendere fino a 0,6. Se si ha intenzione di alimentare dispositivi con elevata corrente di spunto all’avvio è utile applicare una formula: Potenza Richiesta = P x K x 1,25, dove P è la potenza del dispositivo e K rappresenta un coefficiente legato al tipo di carico.
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