Arresti da Reggio Calabria a Milano, da Roma a Torino, passando per Agrigento, Bologna, Rimini e Verona. È scattato all’alba il gigantesco blitz che ha inferto un durissimo colpo alla ‘ndrangheta. I carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno eseguito 97 misure cautelari in tutta Italia. I militari hanno agito simultaneamente in 15 province, con l’impiego di forze speciali, unità cinofile, elicotteri e il supporto dell’Interpol. Un’operazione imponente, chiamata “Millennium”, che ha svelato gli ingranaggi di un sistema criminale radicato, potente e capace di muovere affari miliardari e che aveva trasformato il traffico di droga in un impero.
Le accuse sono pesantissime. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, scambio elettorale politico-mafioso e porto illegale di armi. Il tutto all’interno di un’organizzazione strutturata, frutto di un’alleanza tra le principali cosche calabresi, unite da un patto di ferro per gestire il business della droga in monopolio. Non mancavano i legami con l’economia legale: sequestrate due società – una nel settore della ristorazione, l’altra nell’edilizia – usate come copertura per il riciclaggio di denaro e il sostegno logistico alle attività criminali.
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