Davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara si è aperto il processo scaturito dall’inchiesta su alcune presunte estorsioni mafiose nell’ambito delle aste giudiziarie. Sul banco degli imputati siedono il licatese Angelo Stracuzzi, 57 anni, arrestato ad Hammamet, in Tunisia, lo scorso agosto dopo alcuni mesi di latitanza, la moglie Rita Nogara, 51 anni, di Licata, ritenuta la prestanome del marito, e Giuseppe Pullara, 76 anni, imprenditore di Favara.
Stracuzzi nei giorni scorsi è stato estradato. L’inchiesta della Dda di Palermo ipotizza una serie di operazioni illegali, con estorsioni e intestazioni fittizie, per accaparrarsi terreni e fabbricati venduti nelle aste giudiziarie. Alla prima udienza del dibattimento i giudici hanno dato l’incarico al perito Giovanni Fontana di trascrivere le intercettazioni.
L’imprenditore favarese è imputato in relazione ai reati di estorsione e di turbativa d’asta, entrambi aggravati dalle modalità mafiose. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza di Agrigento, e coordinata dai pubblici ministeri della Dda di Palermo, Francesca Dessì e Claudio Camilleri. Stracuzzi, in passato, è stato coinvolto nelle operazioni antimafia “Progresso” e “Progresso 2” venendo assolto in entrambi i casi.
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