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Home » Cronaca » Presidente Fondazione Orestiadi lascia e sbatte la porta, Pumilia si dimette: “Una cinica congiura paesana”

Presidente Fondazione Orestiadi lascia e sbatte la porta, Pumilia si dimette: “Una cinica congiura paesana”

5 Gennaio 2025
in Cronaca, dalla provincia
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Gibellina nel 2026 sarà Capitale dell’arte contemporanea. Calogero Pumilia, ex parlamentare e presidente dal 2015 della Fondazione Orestiadi, la creatura nata nel ’92 per opera di Ludovico Corrao tre volte sindaco della città, si è dimesso sbattendo la porta. La Fondazione è protagonista delle attività culturali di Gibellina che dieci anni fa veniva data per morta, prima che Pumilia la rimettesse in sesto. Cosa è successo? “Una modesta, cinica congiura paesana – dice Pumilia -. Le figlie di Corrao, Francesca e Antonella, spalleggiate dallo sponsor della Fondazione, intendono esercitare un protagonismo diretto. E pensare che fu Francesca, nel 2015, a chiedermi di presiedere la Fondazione, indebitata per 1,6 milioni di euro e alle soglie della chiusura. Gli stipendi non venivano pagati da un anno e mi fu subito consigliato di licenziare tutti. Ora i dieci dipendenti vengono pagati con regolarità”.

“Quando accettai la presidenza – continua Pumilia -, l’allora consigliere della Fondazione, Nino Buttitta, figlio del poeta dialettale Ignazio, mi disse: ‘Si fuoddi’, sei matto. Eppure, vendetti tre quadri e trovai un accordo con le banche per rientrare dal debito. Da allora le attività si sono moltiplicate. Non potendomi attaccare sul piano gestionale (l’ultimo finanziamento regionale ammonta a 980 mila euro, mezzo milione in più rispetto al precedente), mi accusano di cose inesistenti, come aver distribuito consulenze. Nulla di più falso”. “Ricordo che per statuto non percepisco un solo centesimo dalla Fondazione. Per proteggere la mia dignità non mi restano che le dimissioni. In Sicilia spesso si è molto bravi a trasformare un’opportunità in un’occasione di rissa banale e volgare. E’ la seconda volta – aggiunge – che la famiglia Corrao mi dà il benservito: il primo me lo diede Ludovico, la mattina dopo aver cenato piacevolmente con lui mi spedì una lettera di licenziamento da segretario generale della Fondazione, senza neanche avvertirmi. Ovviamente, non intrapresi alcuna azione legale”.

Se il 2026 Gibellina sarà la Capitale dell’arte contemporanea, da quattro giorni Agrigento è capitale italiana della cultura 2025, “e non ha uno straccio di programma”, sottolinea Pumilia. “Regista” di entrambe le iniziative è Roberto Albergoni, che nella città dei Templi – dice l’ex presidente della Fondazione Orestiadi – è ridotto a svolgere la funzione di formale garante di scelte o di non scelte altrui”. Riguardo all’accaduto, Albergoni spiega di essere “rimasto sorpreso dalle dimissioni”, e il Cda della Fondazione, nel ringraziare Pumilia per il lavoro svolto, dice di averle “apprese con dispiacere” mentre il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera dice di essere “stupito dalla decisione”.

Di seguito riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del presidente nazionale di Assoturismo Vittorio Messina sul rapporto tra cultura e turismo alla luce i due straordinarie occasioni per la Sicilia come Agrigento 2025 e Gibellina 2026. “La situazione che emerge da questo inizio di 2025, con le dimissioni del presidente della Fondazione Orestiadi e alcune defaillance legate al titolo di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura – scrive Messina -, invitano a riflettere su due aspetti cruciali: il rapporto tra cultura e turismo e la gestione strategica del territorio. La cultura e il turismo rappresentano due risorse complementari per territori come Agrigento e Gibellina. Tuttavia, per massimizzarne il potenziale, occorre un approccio sinergico”.

“Le iniziative legate al titolo di Capitale della Cultura non dovrebbero limitarsi a eventi temporanei, ma mirare a lasciare una eredità duratura in termini di infrastrutture, valorizzazione del patrimonio e formazione di competenze. L’obiettivo non è solo aumentare i flussi turistici, ma anche attirare visitatori interessati a scoprire l’identità culturale del territorio, creando un circolo virtuoso tra economia e valorizzazione del patrimonio. Tuttavia – si legge nella nota di Vittorio Messina, se gli eventi che caratterizzano questi due anni speciali – 2025 per Agrigento e 2026 per Gibellina – rappresentano una doppia opportunità irripetibile per tutta la Sicilia occidentale, affinché tali occasioni non si trasformino in sperperi o conflitti, è necessaria una visione condivisa”.

“È fondamentale che istituzioni, enti culturali, imprese e comunità collaborino per perseguire obiettivi comuni – sottolinea Messina -, evitando rivalità o contese di tipo personale e politico. Occorre poi una pianificazione a lungo termine e quindi investire in una strategia che guardi oltre l’anno di celebrazione, per garantire che i benefici economici e culturali siano distribuiti nel tempo. L’avvio di Agrigento 2025 dimostra che ancora manca una governance stabile e condivisa, ma anche che chi lavora alla confezione del programma non subisce lo stress della cronopenia”.

“Questo potrebbe essere evitato con una programmazione più partecipativa e un coinvolgimento dei diversi attori locali. Nel 2026 Gibellina, con il titolo di Capitale Italiana delle Città d’Arte, avrà l’occasione di diventare un esempio di come l’arte e la cultura contemporanea possano rigenerare un territorio. La città, rinata dopo il terremoto del Belìce, può insegnare che la cultura è resilienza e può trasformarsi in motore di sviluppo. La gestione di un titolo di tale prestigio richiede una narrazione forte e ben comunicata, capace di attrarre attenzione internazionale. Il successo di queste iniziative dipende da un cambio di mentalità: anteporre il bene comune alle logiche individualistiche o di campanilismo. Solo così Agrigento e Gibellina – conclude Vittorio Messina – potranno essere protagoniste di due anni che non siano solo ricchi di eventi, ma anche di opportunità per trasformare la cultura in identità, sviluppo e orgoglio collettivo. Questa è un’occasione per riflettere su come la Sicilia possa finalmente valorizzare le sue risorse, uscendo dalla logica delle ‘occasioni perse’ per costruire una visione del futuro realmente inclusiva e sostenibile”.

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Tags: fondazionepresidente
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