Il Sambiase punisce un Gigante senza risposte
L’aria di Natale non porta serenità in casa Akragas. La squadra di Favarin chiude il 2024 nel peggiore dei modi, perdendo 2-0 contro il Sambiase all’Esseneto, nel più classico degli appuntamenti falliti. Una prestazione che lascia l’amaro in bocca ai tifosi biancazzurri, già provati da un girone d’andata altalenante, e che pone interrogativi seri sul futuro di un progetto che fatica a decollare.
La partita sembrava poter prendere una piega diversa nei primi trenta minuti: equilibrio, attenzione tattica e una difesa che riusciva a limitare i tentativi avversari. Ma l’apparente solidità dell’Akragas si è sgretolata al 31’, quando Zerbo, con una conclusione precisa, ha portato in vantaggio il Sambiase. Da quel momento, i padroni di casa hanno iniziato a mostrare i soliti limiti: mancanza di incisività, difficoltà a reagire sotto pressione e una pericolosa tendenza a disunirsi.
Il secondo tempo, iniziato con buoni propositi, è stato immediatamente compromesso dal calcio di rigore concesso al Sambiase. Ferraro non ha sbagliato, spiazzando Dregan con una conclusione centrale e spegnendo sul nascere ogni tentativo di rimonta. I biancazzurri hanno tentato una timida reazione, ma senza idee né convinzione. Il resto della gara è stato una lenta agonia, con il Sambiase che ha amministrato il vantaggio con intelligenza, dimostrando di essere una delle rivelazioni del campionato.
Una crisi di identità
L’Akragas, che aveva iniziato la stagione con ambizioni di alta classifica, si ritrova a fare i conti con una realtà ben diversa. La squadra non riesce a dare continuità alle prestazioni, alternando gare di carattere a crolli inspiegabili. Gli alibi iniziano a scarseggiare: gli errori individuali e la mancanza di un’idea di gioco chiara sembrano essere diventati il marchio di fabbrica di questa stagione.
Mister Favarin, pur avendo provato a dare un’anima alla squadra, non è riuscito a invertire la rotta. Ma le responsabilità non possono ricadere solo sull’allenatore. La società dovrà interrogarsi sulle scelte fatte e, soprattutto, su quelle da fare per evitare che il 2025 inizi con gli stessi problemi che hanno reso il 2024 un anno da dimenticare.
Un pubblico tradito
Le tribune dell’Esseneto, un tempo palcoscenico di grandi imprese, oggi si riempiono di delusione e amarezza. I tifosi, cuore pulsante del Gigante, si aspettano risposte immediate. Non basta più provarci, non basta più parlare di sfortuna o episodi. È necessario un cambio di mentalità, una sterzata netta per ridare dignità a una piazza che merita molto di più.
Se il 2024 si chiude con un tonfo, il 2025 deve aprirsi con un riscatto. L’Akragas non può permettersi di restare schiacciata dai propri errori: è tempo di agire, prima che sia troppo tardi.
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