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Home » Cronaca » Caruana, Confcommercio: ‘Agrigento cresce, ma i cittadini restano indietro!'”

Caruana, Confcommercio: ‘Agrigento cresce, ma i cittadini restano indietro!'”

Marilena Patti Di Marilena Patti
21 Dicembre 2024
in Cronaca
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Confcommercio Agrigento rileva che, nonostante alcuni segnali positivi, il tessuto imprenditoriale della provincia di Agrigento e l’economia generale continuano a mostrare criticità significative. Il 2023 evidenzia un dualismo marcato tra la crescita registrata in diversi settori e le persistenti difficoltà strutturali che frenano il pieno sviluppo economico del territorio.


Marilena Patti:
Agrigento è al primo posto in Italia per l’incremento del valore aggiunto totale, ma presenta uno dei valori aggiunti pro capite più bassi. Come spiega questo paradosso e quali soluzioni si potrebbero adottare per colmare questo divario?

Giuseppe Caruana:
Nel 2023, la provincia di Agrigento ha registrato una crescita del valore aggiunto totale pari al 6%, raggiungendo 7,141 miliardi di euro. Tuttavia, il valore aggiunto pro capite si attesta a soli 17.345 euro, ben al di sotto della media regionale e nazionale. Questo paradosso è attribuibile a criticità strutturali come la bassa densità occupazionale, il limitato accesso al credito e un sistema burocratico complesso. Il Presidente di Confcommercio Agrigento sottolinea la necessità di interventi strutturali tempestivi, che includano il miglioramento dell’attrattività territoriale, il sostegno alle imprese e politiche per contrastare lo spopolamento e favorire uno sviluppo economico più inclusivo.


Marilena Patti:
Nonostante il saldo positivo nel numero di imprese attive, molti comuni, come Agrigento e Canicattì, continuano a chiudere in negativo. Quali azioni concrete potrebbero essere messe in campo per contrastare la desertificazione sociale ed economica di questi centri?

Giuseppe Caruana:
Sebbene il numero di imprese attive nella provincia di Agrigento sia cresciuto nel 2023, comuni come Agrigento, Canicattì, Favara e Licata continuano a registrare saldi negativi, riflettendo un processo di desertificazione economica e sociale. Le attività economiche devono essere considerate presidi sociali fondamentali per la sicurezza e la vivibilità delle città. Le azioni necessarie includono il rafforzamento delle infrastrutture, politiche incentivanti per l’insediamento di nuove imprese, riduzione degli ostacoli burocratici e la creazione di opportunità di finanziamento accessibili. Solo così sarà possibile rivitalizzare i centri urbani e contrastare il declino socio-economico della provincia.

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