Messaggio del Vescovo Alessandro per l’Avvento 2024: Un invito alla speranza e alla riflessione
In vista del Natale e dell’imminente Giubileo, il Vescovo Alessandro ha rivolto un messaggio forte e profondo alla comunità, esortando i fedeli a prepararsi all’arrivo del Salvatore con rinnovato impegno e speranza. Il tema centrale del suo messaggio è la vicinanza di Dio, che, come recita il Vangelo di Marco, è «alle porte» (Mc 13,29), un invito a non lasciare chiuse le porte del cuore, ma ad aprirle in attesa di una nuova venuta.
“Il Signore non solo è già venuto quando si è fatto uomo e verrà di nuovo alla fine dei tempi, ma continua a venire in ogni istante, se gli apriamo le porte”, afferma il Vescovo, sottolineando come l’Avvento ci aiuti a riscoprire la continua presenza di Dio nelle nostre vite, anche attraverso la porta della fede. Tuttavia, egli riconosce che spesso non lasciamo entrare Dio completamente nelle nostre vite, preferendo mantenere chiuse molte porte che dovremmo spalancare.
Quest’anno, il messaggio del Vescovo si arricchisce di un’importante novità: alla fine di questo Avvento, oltre alla celebrazione della nascita di Gesù, troveremo il segno giubilare dell’apertura della Porta Santa. “È importante che fin d’ora, mentre si fa più fervente l’attesa, ci disponiamo a ‘incarnare’ questo segno straordinario della fede nelle trame ordinarie della vita”, ha aggiunto, invitando i fedeli a vivere l’attesa del Natale come un’opportunità di riflessione e trasformazione.
Il Natale, infatti, non è solo un memoriale della nascita di Gesù, ma un incontro reale e concreto con la nostra umanità, un’occasione per “permettere a Dio di stravolgere la nostra vita”, come ha sottolineato il Vescovo. L’atto dell’Incarnazione, che segna l’incontro tra Dio e l’uomo, ci spinge a preparare il nostro cuore ad accogliere senza riserve questa continua venuta di Dio.
Rivolgendosi ai fedeli, il Vescovo ha posto tre domande fondamentali per questo cammino di Avvento: “quali porte dobbiamo aprire? Come possiamo aprirle? E cosa ci resta da fare, dopo averle aperte?”. Domande che ci invitano a riflettere sulle scelte concrete da fare per aprire il cuore a Dio e agli altri, soprattutto in un tempo che chiede sempre più “di sperare contro ogni speranza”.
“La speranza che viene da Dio non delude” (Rm 5,5), afferma il Vescovo, citando le parole di San Paolo e riprendendo il messaggio di Papa Francesco nel contesto del Giubileo. La speranza cristiana, infatti, è una speranza che va oltre le delusioni della vita terrena, collocando le nostre aspettative nell’orizzonte infinito della vita eterna, che non è un concetto che rimanda solo alla vita dopo la morte, ma che si realizza “nel camminare nella luce di Dio, in comunione con gli altri”.
Il Giubileo, ha spiegato il Vescovo, è un’occasione per “rimettere in circolo la vita eterna” e per restituire speranza a quella parte della nostra vita che è stata privata di essa. “Il Giubileo è l’opportunità di ricomporre l’ordine sociale e spirituale che è stato alterato, ripristinando la dignità e la proprietà che sono andate perse”.
Parlando del vero senso dell’indulgenza, che è legata alla misericordia di Dio, il Vescovo ha ricordato che “l’indulgenza non è solo un atto formale, ma l’espressione dell’amore di Cristo che si riversa sugli altri”, come espressione concreta della comunione dei santi e del bene che si fa circolare nella Chiesa. La vera indulgenza, ha aggiunto, “richiede la conversione del cuore, il rinnovamento della vita, la riparazione del male e il ripristino del bene”.
Infine, il Vescovo ha invitato tutti a guardare il Giubileo come un cammino che ci porta alla “restituzione” del bene e alla “ricomposizione” dei legami rotti, un cammino che deve iniziare dentro ciascuno di noi e che deve coinvolgere la comunità intera. Ha citato anche le parole di mons. Staglianò durante l’Assemblea Diocesana, che aveva proposto delle “restituzioni improrogabili” per tutti, invitando a restituire a noi stessi, a Dio, al Vangelo e agli altri ciò che è stato perduto, e a rendere la comunità cristiana più viva e concreta.
“Il Giubileo è l’opportunità di riconciliarsi con Dio, con il nostro prossimo e con noi stessi. È il momento di aprire veramente le porte alla speranza”, ha concluso il Vescovo, esortando i fedeli a non limitarsi a vivere il Giubileo come un rito, ma come una vera occasione di cambiamento, per diventare “uomini e donne nuovi” che possano rendere migliore la storia che condividiamo.
Il Giubileo sarà celebrato ufficialmente il 29 dicembre con una solenne celebrazione in Diocesi, in comunione con la Chiesa Madre di Roma, dove Papa Francesco aprirà la Porta Santa. Il Vescovo ha concluso il suo messaggio chiedendo l’intercessione della Beata Vergine Maria, affinché ci aiuti a rimanere “vigilanti e operosi” e a custodire il bene con tutte le nostre forze.
“Che il Giubileo ci aiuti a vivere il nostro cammino con la grazia di Dio, per diventare, ogni giorno di più, una comunità di speranza e di amore”, ha augurato, benedicendo tutti i fedeli.
Nella foto il vescovo nell’incontro odierno con le istituzioni
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