Pietro Capraro, pregiudicato di 39 anni, risulta essere a capo delle famiglie mafiose di Agrigento/Villaseta, un nome già noto agli inquirenti per i suoi numerosi precedenti. Condannato a 15 anni di carcere in due inchieste antimafia, nell’ambito delle operazioni Parcometro e Nuova Cupola, Capraro è stato recentemente arrestato anche in Liguria, in autostrada, nella provincia di La Spezia, mentre viaggiava con un’auto a noleggio e dei documenti falsi.
Il ruolo apicale di Capraro emerge dalle numerose riunioni riservate che ha intrattenuto con gli altri affiliati alla famiglia mafiosa di Agrigento/Villaseta, tra cui i co-indagati Gaetano Licata, Gabriele Minio, Guido Vasile e il capo della famiglia mafiosa di Porto Empedocle, Fabrizio Messina. Tra luglio 2022 e dicembre 2023, sono state documentate oltre 20 riunioni di Capraro con gli uomini d’onore, confermando la sua posizione di verticenell’organizzazione.
Capraro è risultato anche il promotore e l’organizzatore di un’associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti nella provincia di Agrigento, attività che ha diretto in virtù del ruolo di leader della famiglia di Cosa Nostra locale. La sua appartenenza a Cosa Nostra è stata definitivamente confermata dalla Corte di Appello di Palermo, che nel gennaio 2019 ha emesso una sentenza irrevocabile condannandolo a 7 anni e 8 mesi di reclusione, oltre a una multa di 2000 euro, dopo una lunga attività di indagine partita nel 2010. Le indagini avevano rivelato atti di intimidazione e danneggiamento contro imprenditori locali ad Agrigento e provincia, attività che lo coinvolgevano direttamente.
In passato, Capraro è stato coinvolto in gravissimi reati, tra cui partecipazione all’associazione mafiosa, danneggiamenti seguiti da incendio, rapina, lesioni personali e porto abusivo di armi. Tra le sue azioni più rilevanti figura il ruolo di primo piano nell’esecuzione di due attentati incendiari ai danni dell’impresa edile Alfonsina Drago e del ristorante pizzeria Desiderio nel 2011. Nonostante il periodo di detenzione, Capraro ha ripreso rapidamente la sua posizione all’interno del sodalizio mafioso, acquisendo sempre maggiore autorevolezza e consolidando il suo ruolo di esponente di vertice della famiglia mafiosa di Agrigento/Villaseta.
Nel corso dell’indagine in corso, è emersa con maggiore chiarezza la sua partecipazione attiva nella gestione dei principali affari illeciti dell’organizzazione, con particolare attenzione al traffico di sostanze stupefacenti. La sua figura rimane centrale nel panorama della criminalità organizzata della provincia, confermando la sua posizione di leader e il suo continuo coinvolgimento nelle dinamiche mafiose locali.
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