Diversi furti in abitazione ad Agrigento e Favara e un vasto giro di spaccio di sostanze stupefacenti tra Realmonte, Canicattì e Porto Empedocle. La Procura della Repubblica di Agrigento, a forma del sostituto procuratore Giulia Sbocchia, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 17 persone. Le accuse, a vario titolo, sono furto aggravato, indebito utilizzo di carte di credito, ricettazione, acquisto di cose di sospetta provenienza, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e numerose cessioni di cocaina.
Tra gli indagati vi è anche il mancato collaboratore di giustizia, il favarese Mario Rizzo, già coinvolto in passato in numerose inchieste giudiziarie. E tra gli episodi contestati una lunga lista di “colpi” in abitazioni private di Agrigento, Monserrato, Villaggio Mosè e Favara dove è stata fatta luce sul furto all’interno della chiesa di San Calogero. Gli inquirenti, indagando sui furti, hanno scoperto anche un traffico di sostanze stupefacenti tra Realmonte, Porto Empedocle e Canicattì. Per questo motivo, ad alcuni indagati, viene contestata anche la detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
Ecco la lista degli indagati: Fabrizio Rizzo, 33 anni, di Agrigento; Mario Rizzo, 38 anni, di Agrigento; Marco Morreale, 44 anni, di Aragona; Gaetano Rizzo, 70 anni, di Favara; Vanessa Spatola, 22 anni, di Favara; Giuseppa Rizzuto, 50 anni, di Favara; Giuseppe Papia, 66 anni, di Favara; Salvatore Papia, 53 anni, di Favara; Alessandro Terranova, 44 anni, di Favara; Antonio Crapa, 53 anni, di Favara; Vincenzo Crapa, 34 anni, di Favara; Calogero Capraro, 42 anni, di Agrigento; Alfonso Lauricella, 58 anni, di Porto Empedocle.
Ed ancora Michele Amato, 50 anni, di Canicattì; Gioacchino Passalacqua, 42 anni, di Racalmuto; Giuseppe Panarisi, 48 anni, di Realmonte; Davide Salvatore D’Agostino, 26 anni, di Realmonte. Gli indagati, difesi tra gli altri dagli avvocati Calogero Lo Giudice, Daniela Posante, Salvatore Cusumano e Ninni Giardina, avranno adesso venti giorni di tempo per produrre documenti, presentare memorie o chiedere di essere interrogati per evitare di finire a processo.
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