Agrigento, 6 agosto 2024 – La Consulta delle Associazioni di AICA ha inviato una lettera a diverse autorità locali e regionali, chiedendo una radicale discontinuità nella gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) dell’ATI AG9. L’appello è stato indirizzato al Presidente dell’Assemblea Territoriale Idrica, all’Assessore Regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, On. Roberto Di Mauro, al Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, al Prefetto di Agrigento, al Consiglio di Amministrazione di AICA e al Direttore Generale di AICA, dott. Claudio Guarneri.
La lettera, firmata dal Presidente della Consulta, Alvise Gangarossa, esprime una grave preoccupazione per le attuali condizioni del servizio idrico nella provincia di Agrigento, descritte come “non più accettabili per un paese civile“. Gli utenti, esasperati, hanno recentemente manifestato il loro malcontento scendendo in piazza per rivendicare il diritto all’acqua, un diritto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Necessità di Cambiamento
Il documento sottolinea l’urgenza di una “discontinuità” rispetto alla gestione precedente, come affermato dal nuovo Presidente dell’ATI. “Questo cambiamento è essenziale non solo per rispondere all’acuirsi della crisi idrica, ma anche per riformare l’assetto istituzionale e normativo che regola il servizio”, si legge nella lettera.
Criticità Segnalate
Tra le criticità maggiori segnalate nella lettera, vi è la mancata redazione di piani cruciali per affrontare le criticità idropotabili e la crisi idropotabile. Inoltre, la Consulta critica l’assegnazione illegittima di gestioni in salvaguardia a otto comuni, che non giustificano tale status. I comuni coinvolti includono Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Cianciana, Menfi, Santa Margherita di Belice e Santo Stefano di Quisquina.
La lettera evidenzia anche la mancata applicazione delle normative relative alla ripartizione equa delle risorse idriche e problemi nella gestione delle infrastrutture da parte di consorzi come Voltano SPA e Tre Sorgenti. Inoltre, i ritardi nella cessione di infrastrutture e utenze da parte di alcuni comuni e consorzi hanno aggravato ulteriormente la situazione.
Un aspetto particolarmente preoccupante è la riduzione del 40% nella fornitura di acqua da Siciliacque ad AICA, che, secondo la Consulta, ha contribuito in modo significativo alla crisi idrica nella provincia di Agrigento. “È urgente rivedere il rapporto con Siciliacque per garantire il diritto all’acqua per tutti i cittadini”, si legge nella lettera.
Appello alle Autorità
La Consulta conclude la sua missiva con un appello alle autorità competenti per intervenire prontamente e apportare le necessarie modifiche nella gestione del servizio idrico. “Solo attraverso una discontinuità decisa e una gestione efficace sarà possibile risolvere le problematiche esistenti e assicurare un servizio adeguato per tutti i cittadini”, afferma Gangarossa.
Le associazioni aderenti alla Consulta includono Agrigento Punto e a Capo, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, Codacons Sede Provinciale di Agrigento, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos Aps e Konsumer – Agrigento.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
