L’ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano, è intervenuto in merito agli imminenti festeggiamenti di San Calogero, che come ogni anno animano il dibattito pubblico. Le questioni centrali riguardano la correttezza di salire sul simulacro e di lanciare il pane, e più in generale, se sia giusto rispettare le tradizioni pagane o se, in tempi di massima attenzione alla sicurezza, queste feste debbano essere modificate. Eppure va ricordato che ci sono casi in Italia, come il Palio di Siena o il Carnevale di Gubbio, che da secoli mantengono intatte le loro tradizioni millenarie.
Ecco la lettera di Calogero Sodano indirizzata al Questore di Agrigento:
Illustre Questore, dott. Palumbo,
La tedio per una questione banale che, forse, banale non è.
Tra non molto si svolgeranno i quindicinali per la festa di San Calogero, che da un po’ di tempo ha perso quello spirito che la rendeva un appuntamento sentitissimo per i veri agrigentini, che al passaggio del fercolo lanciavano pane benedetto al Santo dei miracoli e delle grazie. Una Chiesa poco illuminata e oscurantista ha fatto perdere questa tradizione che affondava le sue radici nella storia, quando il Santo veniva in città per chiedere l’elemosina e la gente, seppur generosa, gli lanciava il pane dai balconi o dalle finestre per paura del contagio.
Siamo rimasti in pochi a lanciare il pane benedetto verso il Santo, ma continueremo sempre, contro divieti assurdi che mortificano le nostre tradizioni. Sebbene queste tradizioni siano incluse nella presentazione di Agrigento quale Capitale della Cultura italiana, sono ingiustamente osteggiate.
L’anno scorso, il suo predecessore ha inflitto un altro grave colpo alla festa del Santo nero: una catena di poliziotti ha allontanato dalla scalinata prospiciente il santuario tutti i devoti e ha vietato che i devoti salissero sulla bara e sulla statua del Santo per baciarlo, inclusi i bambini che, secondo tradizione, venivano spogliati dei vestitini dai portatori e accostati alla figura dell’amato Santo. Una vicenda inaudita!
Mi preme ricordare che dal 1994, con mia ordinanza sindacale, il Santo veniva accompagnato ufficialmente dal Sindaco e dalla Giunta con il gonfalone del Comune durante la processione serale, a dimostrazione della grande devozione popolare.
Il suo predecessore è stato ora trasferito al ministero e toccherà a Lei gestire la festa. Le chiedo sommessamente, nella mia qualità di ex Sindaco di questa città, ex Senatore della Repubblica e devoto, di non interrompere le nostre stupende tradizioni e lasciare che il popolo abbracci e manifesti tutto il suo affetto a San Calogero.
Sono estremamente convinto, avendo sentito alcune Sue dichiarazioni, che Ella vorrà far continuare le tradizioni degli agrigentini e non interromperle.
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