Il tribunale del Riesame di Palermo ha reso note le motivazioni con le quali è stato confermato il carcere per i tre indagati protagonisti della sparatoria, culminata con la morte di Roberto Di Falco, avvenuta lo scorso 27 febbraio in una concessionaria a Villaggio Mosè. Tre gli indagati, tutti attualmente detenuti nel carcere di Agrigento. Si tratta di Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima; Domenico Avanzato, 36 anni, e Calogero Zarbo, 40 anni. Sono accusati di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco.
Il collegio presieduto dal giudice Antonia Pappalardo, con lo stesso provvedimento, ha annullato l’accusa più grave mossa nei confronti degli indagati: l’omicidio per errore. “La mancata corrispondenza tra i fatti storici e quelli specificatamente descritti nell’imputazione provvisoria – scrivono i giudici del tribunale della libertà – impone l’annullamento in parte dell’ordinanza impugnata”.
E poi: “È evidente come non sussista alcuna ipotesi di divergenza tra il voluto e il realizzato. La morte è stata causata dall’azione cosciente e volontaria posta in essere dalla vittima designata (Lillo Zambuto) che spostando il braccio dell’aggressore, ha voluto deviare la direzione dell’arma”.
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