Non sembra avere pace la questione relativa all’ aumento contrattuale del personale a part time del Comune di Agrigento. Questa mattina, al Municipio, è stata convocata una riunione tra i lavoratori a tempo parziale, sostenuti dalle sigle sindacali, per discutere insieme al Sindaco, Presidente del Consiglio comunale e Segretario Generale, dell’aumento contrattuale e, quindi, del passaggio da 28 a 34 ore settimanali. A dire il vero, l’ Amministrazione comunale aveva previsto l’ integrazione oraria per tutto il personale, inserendolo in bilancio, bilancio che però per essere valutato ed eventualmente approvato avrebbe bisogno della presenza di tutti i consiglieri comunali. Una presenza che, a quanto pare, non verrebbe garantita da tutta la pubblica assise. Alcuni consiglieri, infatti, potrebbero decidere di usufruire dei giorni di assenza che hanno a disposizione secondo lo Statuto e far saltare l’ approvazione del documento (la scadenza è il 31 dicembre 2023). A tal proposito, durante la riunione è intervenuto il Presidente del Consiglio comunale, Civiltà, che ha sottolineato come sia importante “la giusta responsabilità da parte di tutti i consiglieri”. Alla questione, poi, si aggiungerebbe il fatto che le somme integrative proverebbero da contributi ministeriali, di cui già usufruiscono alcuni lavoratori che si occupano di particolari progetti. Da voci di corridoio, proprio questi lavoratori adesso vorrebbero rinunciare a queste somme, causando così la perdita dei fondi per tutto il resto del personale. Il Sindaco ha, invece, manifestato la sua soddisfazione per aver raggiunto l’ obiettivo del budget per tutto il personale. A questo punto, l’ ultima parola spetta ai consiglieri. Si preannuncia, quindi, una situazione tesa tra il personale a tempo parziale che, dopo oltre 20 anni di servizio, si trova ancora a dover gestire servizi, anche essenziali, a fronte di una media di 28 ore settimanali.Come è noto , infatti, il Comune di Agrigento, da diversi anni, a causa di pensionamenti e trasferimenti in altri enti, è sotto organico, per cui molti servizi prima ricoperti da più dipendenti adesso sono sulle spalle di pochi con grave ricadute anche sulla qualità del servizio offerto ai cittadini.
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