Il restauro dell’antica Porta Panitteri, una delle ultime porte di accesso alla città, potrebbe essere tra i progetti in itinere per “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”. Lo ha detto il sindaco Franco Miccichè in risposta alle sollecitazioni di alcune associazioni culturali, tra cui “Agrigento punto e a capo” interessate al recupero al fine di valorizzare il monumento simbolo di un particolare periodo storico. L’antica porta venne infatti riedificata nel IX secolo, poco distante dall’originale, distrutta per il completamento dei lavori inerenti alla Stazione Centrale. La Porta, situata in via Empedocle, è composta da un arco in stile gotico e accanto presenta, su una parte dell’antica cinta muraria, un’edicola sacra dedicata alla Madonna del Lume. La Porta e l’edicola da anni vengono curate e presidiate da una famiglia della zona che provvede alla pulizia ed aprire il cancelletto in ferro per far accedere i visitatori. Tempo fa era stato lanciato un appello, da parte del direttore dell’Accademia di Belle Arti, Alfredo Prado affinchè questo bene monumentale venisse restaurato e riportato al suo antico decoro. “Avevo proposto che almeno venisse eliminato quello “zoccolo” di cemento che sta alla base della Porta, antiestetico e in contrasto con l’architettura della struttura – dice Alfredo Prado – sostituendolo con delle modanature in pietra secondo il progetto iniziale. Avevamo anche presentato tutta una documentazione per il recupero della Porta ma la Sovrintendenza non autorizzò l’intervento, in quanto la struttura necessita di un restauro globale che dev’essere fatto esclusivamente dalla Sovrintendenza. Intanto gli anni sono trascorsi, la Sovrintendenza non ha fatto nulla e Porta Panitteri continua ad attendere il restauro. In questi giorni ho chiesto l’interessamento del sindaco che mi ha assicurato che interverrà con la Sovrintendenza per arrivare al recupero completo del monumento in tempo per capitale Italiana della Cultura”.
“La proposta di restauro della Porta Panitteri – dice Beniamino Biondi, storico, operatore culturale ed ex assessore comunale al centro storico – sembra rispondere a un’esigenza civile che svolge almeno due rilevantissimi significati: tutelare un bene prezioso della Città, e allo stesso tempo offrire una sorta di “replica simbolica” alla metastasi urbanistica che ha colpito Agrigento negli anni ’60 del secolo scorso. Il suo restauro – continua Beniamino Biondi – equivarrebbe anche a una riammissione d’interesse storico per le edicole sacre, visto che in una cortina murale è incassata la cappella della Madonna dell’Udienza. Al di là della funzione conservativa del restauro, questo intervento aprirebbe un dibattito ulteriore sulla salvaguardia delle poche altre porte esistenti – conclude Biondi – offrendo pure una immagine ideale della perimetrazione antica entro il sistema chiuso delle mura chiaramontane di Girgenti”.
LORENZO ROSSO
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