Se c’è una cosa che non manca mai quando si tratta di progetti ambiziosi e necessari per il nostro Paese, è il classico “Si ma…”. E questa volta, a servirlo con maestria è stata Elly Schlein, segretaria del PD, che ha chiuso la Festa dell’Unità ad Agrigento con un intervento carico di parole ma un po’ meno di concretezza.
Schlein ha fatto una carrellata di critiche, dalle infrastrutture arretrate al Sud che si spopola, ai progetti anacronistici sul Ponte. Tutti punti che, in teoria, suonano come musi di maiale, ma che alla luce dei fatti, risultano più carta straccia che rivoluzione concreta.
La segretaria del PD attacca il presidente della Regione Renato Schifani, affermando che “non vede, non sente, non parla”. Ma chissà se anche lui, come tanti altri, si perde in quel “Si ma…” che sembra essere il mantra preferito di chiunque voglia mettere un freno al progresso.
Poi c’è il discorso sull’autonomia differenziata. Schlein promette battaglia, ma sembra dimenticare che il resto della Regione non sta facendo molto per contrastare questo “scellerato disegno”. Forse è il momento di capire che le parole sole non cambiano il destino di una terra.
E ancora, la sanità e la scuola pubblica: Schlein si impegna a lottare per una manovra finanziaria che renda tutto più accessibile, ma siamo sicuri che basti solo un impegno verbale? Non sarebbe meglio vedere fatti concreti anziché promesse da campagna elettorale?
Il problema è che il “Si ma…” democratico e bipartisan sembra essere il vero leader di questo Paese. Che venga dalla cultura, dalle professioni o dalla “signora Pina”, c’è sempre qualcuno pronto a gettare un po’ d’acqua sul fuoco della speranza.
Ora, non vogliamo certo mettere in discussione il valore delle diverse opinioni, ma forse è il momento di capire che, prima di tutto, bisogna partire da qualche parte. Bloccare opere e iniziative con mille perplessità non fa altro che mantenere tutto com’è, se non peggiorare la situazione.
Certo, commentare è facile, criticare è facile, suggerire è facile. Ma fare e avere sono ben altre storie. Ed è ora di passare dalla retorica ai fatti. Non è certo con il “Si ma…” che si costruisce un futuro migliore.






Foto Nino Piraneo
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