Il Tar Sicilia ha accolto il ricorso proposto da un agrigentino avverso il provvedimento del Comune di Agrigento con il quale aveva ordinato il ripristino dei luoghi dopo la scoperta di presunte opere abusive consistenti nella sostituzione degli infissi in un’abitazione. In particolare, l’agrigentino, proprietario di un immobile all’ultimo piano di uno stabile condominiale, previa presentazione della comunicazione di inizio lavori, procedeva all’esecuzione di opere di manutenzione ordinaria che riguardavano gli impianti elettrici ed idraulici, le pareti interne e gli infissi, questi ultimi particolarmente deteriorati dal tempo e dalla vetustà.
Successivamente, il Comune di Agrigento a seguito di relazione di sopralluogo accertava che la sostituzione degli infissi sarebbe avvenuta “in contrasto con le prescrizioni”, atteso che il proprietario dell’immobile “avrebbe sostituito i preesistenti con altri di diversa tipologia e colore”. Quindi ha emesso l’ordinanza di rimessione in pristino.
Tale provvedimento veniva così impugnato dinnanzi il Tar Sicilia-Palermo. Con il ricorso introduttivo, il legale difensore dell’agrigentino, l’avvocato Vincenzo Caponnetto, deduceva l’illegittimità del provvedimento emanato dal Comune, nonché per eccesso di potere sotto il profilo dello sviamento della causa tipica e del travisamento dei fatti, poiché l’intervento di rinnovazione degli infissi rientrerebbe tra gli interventi di manutenzione ordinaria e, come tale, non sarebbe soggetto al permesso di costruire, configurandosi all’evidenza come attività libera, con conseguente abnormità dell’ordine di ripristino.
I giudici amministrativi, accogliendo le tesi difensive proposte dall’avvocato Caponnetto, hanno accolto il ricorso e hanno annullato l’ordinanza del Comune.
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