Sono quattro i barchini affondati nel giro di poche ore nelle acque antistanti a Lampedusa. L’ultimo natante con a bordo 47 migranti, fra cui sei donne e un minore, che alla vista della nave della Ong Open Arms hanno iniziato a sbracciarsi e ad agitarsi, facendo capovolgere il natante e finendo in acqua. Tutti sono stati soccorsi dai volontari della Open Arms che li hanno poi sbarcati al molo commerciale. Una donna incinta di 6 mesi, un 27enne con una frattura al piede e un neonato di 8 mesi, accompagnato dalla madre, sono stati trasportati al Poliambulatorio. In precedenza altri tre naufragi. Sono stati recuperati due cadaveri, fra cui quello di una donna di 26 anni. Una ventina di dispersi e 118 migranti salvati. L’isola più a Sud d’Europa torna ad essere presa d’assalto dai barchini in ferro provenienti dalla Tunisia. Dopo quattro giorni di stop dovuti al mare agitato, la Guardia Costiera ha soccorso nelle ultime ore ben 35 imbarcazioni con il salvataggio di circa 1.200 persone.
All’hotspot di contrada Imbriacola, in serata, c’erano quasi 1.700 ospiti, a fronte dei poco meno 400 posti disponibili. Un boom di presenze, nonostante in mattinata, su disposizione della Prefettura di Agrigento, in 180 erano stati trasferiti con il traghetto di linea per Porto Empedocle. L’andirivieni, dal molo Favarolo, di motovedette di Capitaneria di porto e Guardia di finanza cariche di migranti è andato avanti senza sosta per l’intera giornata di lunedì. A preoccupare, in particolar modo, sono stati quei barchini in ferro – già definiti “bare galleggianti” dal procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, – che, all’improvviso, sono colati a picco. La Procura di Agrigento ha aperto, per i due naufragi con vittime, delle inchieste per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato.
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