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Home » Sanità » Ospedale di Sciacca: Ortopedia e Urologia a rischio chiusura

Ospedale di Sciacca: Ortopedia e Urologia a rischio chiusura

9 Giugno 2022
in Sanità, Sciacca
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Due tra le unità operative più attive rischiano la definitiva chiusura al Giovanni Paolo II di Sciacca: Ortopedia e Urologia. Il responsabile dell’Area di Emergenza del nosocomio avrebbe chiesto alla Centrale Operativa del 118 di Caltanissetta di trasferire i pazienti di alcuni comuni limitrofi all’ospedale di Castelvetrano per l’impossibilità di espletare la terapia chirurgica nel reparto di Ortopedia. Sono stati sospesi anche i ricoveri nel reparto di Urologia. E ciò accade in un momento in cui sia in città che nell’hinterland raddoppia la popolazione con l’inizio della stagione turistica. “Non si può pensare di sospendere momentaneamente o a lungo termine le attività di due reparti importanti dell’ospedale di Sciacca, come l’Ortopedia e l’Urologia, punto di riferimento per un vasto comprensorio”, dichiara il presidente della commissione Salute dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo. “Ho parlato con il direttore sanitario dell’Asp di Agrigento- fa sapere La Rocca Ruvolo- e ho saputo che rientrerà il primario, ma è chiaro che non bastano la buona volontà e l’abnegazione al lavoro del primario ma servono altre unità per poter garantire che il servizio funzioni e che si possa riattivare l’Ortopedia. Ho ribadito che occorre urgentemente trovare una soluzione. L’ospedale di Sciacca deve garantire una risposta sanitaria adeguata. Si può valutare l’ipotesi di stipulare convenzioni con altri ospedali più grandi, per esempio di Palermo, per consentire lo svolgimento dell’attività operatoria”. Nei giorni scorsi, è stato il deputato regionale Michele Catanzaro a denunciare la carenza di personale al “Giovanni Paolo II” di Sciacca. “Nei reparti di Ortopedia e Urologia – segnala Catanzaro –non si possono più fare interventi chirurgici ma solo una insufficiente attività ambulatoriale. Il vasto hinterland di Sciacca non può essere privato di un servizio di assistenza fondamentale”. Catanzaro chiede al governo regionale “strumenti straordinari e flessibili in grado di consentire all’Asp di mettere in campo soluzioni che, con le attuali norme, risultano purtroppo inattuabili – una analoga richiesta l’avevo fatta alcuni mesi fa quando emergevano le prime difficoltà nelle gestione di alcune unità operative, ma nulla è stato fatto”.

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