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Home » dalla provincia » Ritardi nell’avvio della campagna irrigua: Cia e Confagricoltura chiedono interventi

Ritardi nell’avvio della campagna irrigua: Cia e Confagricoltura chiedono interventi

3 Maggio 2022
in dalla provincia
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Le organizzazioni professionali della Cia e della Confagricoltura dell’area riberese scrivono alla direzione regionale del consorzio irriguo della Sicilia occidentale per denunciare i ritardi nella distribuzione idrica ad uso irriguo e lamentano che le piante di frutteto sono in buona fioritura e la frutta precoce delle albicocche e delle pesche è prossima alla raccolta. I sindacati agricoli, nel fare presente il perdurare del bel tempo e che non piove ormai da oltre due mesi, ricordano con la nota che “in un’annata così ricca di disponibilità idrica, presente un tutte le dighe del nostro hinterland da tempo colme, a pochi giorni dalla raccolta della frutta precoce, in presenza di decine di ettari di nuovi impianti di agrumeti e con una fioritura dell’agrumicoltura, tutta, eccellente, è da totalmente insensibili non avviare la campagna irrigua”. Le organizzazioni professionali agricole, inoltre, continuano a denunciare che “da notizie assunte dagli addetti alle postazioni locali del consorzio, forse in questa settimana, potremo iniziare a pagare, per avere l’acqua per irrigare chi sa quando. Vorremmo sapere dal consorzio quando avremo l’acqua, non quando potremo iniziare a pagare. Le piante non temporeggiano e non tergiversano, vogliono essere irrigate quando serve loro l’acqua e per alcune zone e per molte piante di frutta precoce, è già tardi”. Cia e Confagricoltura sollecitano al più presto l’inizio della stagione irrigua, anche un presenza di temperatura più alte del solito, in una primavera già calda che richiede per alcune varietà la presenza dell’acqua. Sulla questione intervengono Simone Di Paola e Giovanna Iacono , del Pd provinciale di Agrigento. “L’inconsistenza più deprimente del governo Musumeci, sul tema della tutela e della valorizzazione del comparto agricolo agrigentino. Non bastava- si legge in una nota- il crollo verticale dei prezzi di vendita medi del paniere agroalimentare siciliano, che – manco a dirlo – non ha trovato alcuno strumento concreto, di tutela o di ristoro, da parte delle istituzioni di governo siciliane. Non bastava l’aumento vertiginoso dei costi di produzione, del costo del carburante, del prezzo dei concimi, che stanno mettendo letteralmente in ginocchio l’intero settore. Come se ciò non bastasse, adesso si pensa di far pagare alle nostre aziende perfino le conseguenze nefaste dei soliti tempi biblici nell’adottare misure di attivazione della campagna irrigua, indispensabili per far fronte all’ improvvisa impennata delle temperature medie, che stanno notevolmente anticipando la stagione estiva. I ritardi rischiano di compromettere seriamente la prossima campagna agricola, specie per quelle produzioni per cui dare l’acqua in tempi adeguati può segnare la differenza fra una stagione fruttuosa e un’altra stagione fallimentare. Rispetto a tutto questo il silenzio di Musumeci e soci è a dir poco assordante. Auspichiamo, quantomeno, che il governo regionale assicuri risposte in tempi brevissimi e che contestualmente inizi a prevedere e a contemplare adeguate misure di ristoro, per quei settori produttivi che, a causa di tali incongruenze, piangeranno gravissime conseguenze sul piano della tenuta economica. Anche se purtroppo l’esperienza maturata in questi anni- concludono Di Paola e Iacono- ci lasciano ben poche speranze “.

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