I giudici della Corte di Appello di Palermo, al processo scaturito dalla maxi inchiesta “Kerkent”, hanno disposto l’audizione in aula del collaborante Antonino Mangione, e dell’ex moglie che hanno accusato alcuni imputati di sequestro di persona, e abusi sessuali subiti dalla donna, per una truffa commessa ai danni di un commerciante d’auto. L’audizione è stata programmata per il 20 aprile prossimo. L’operazione, con decine di catture, è stata eseguita dal personale della Dia il 4 marzo del 2019, che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Agrigento e Villaseta, capeggiata dal boss Antonio Massimino, e su un grosso traffico di droga.
Il Gup del Tribunale di Palermo, Fabio Pilato, l’anno scorso, ha inflitto 20 condanne e 8 assoluzioni nello stralcio con il rito abbreviato. La pena più alta, 20 anni di reclusione, è stata inflitta proprio al capomafia (20 anni di reclusione era la proposta di pena dei pubblici ministeri Calogero Ferrara e Pierangelo Padova). Stessa pena per i suoi presunti fedelissimi, Francesco Vetrano, 36 anni di Agrigento, e Giuseppe Messina, 34 anni, di Agrigento, quest’ultimo titolare di un autolavaggio, fra Villaseta e Monserrato, e ritenuto la base logistica del clan, e dove sarebbero state tenute decine di summit, e incontri, tra mafiosi.
Ecco le altre decisioni del Gup: 12 anni di reclusione a Gerlando Massimino, 31 anni, figlio di Antonio; 8 anni a James Burgio, 27 anni, di Porto Empedocle; 9 anni a Salvatore Capraro, 30 anni, di Agrigento; 9 anni e 6 mesi a Marco Davide Clemente, 27 anni, di Palermo; 8 anni a Fabio Contino, 40 anni, di Agrigento; 12 anni e 8 mesi a Sergio Cusumano, 56 anni, di Agrigento; 12 anni ad Alessio Di Nolfo, 33 anni, di Agrigento; 10 anni e 8 mesi ad Eugenio Gibilaro, 54 anni, di Agrigento; 8 anni e 8 mesi a Domenico La Vardera, 38 anni, di Palermo; 8 anni a Domenico Mandaradoni, 30 anni, di Tropea; 12 anni ad Antonio Messina, 61 anni, di Agrigento; 8 anni a Liborio Militello, 52 anni, di Agrigento; 4 anni a Gregorio Niglia, 36 anni, di Tropea; 8 anni ad Andrea Puntorno, 42 anni, di Agrigento; 5 anni e 4 mesi a Calogero Rizzo, 48 anni, di Raffadali; 8 anni a Luca Siracusa, 43 anni, di Agrigento; 8 anni e 8 mesi a Giuseppe Tornabene, 36 anni, di Agrigento.
Assolti: Francesco Di Stefano, 42 anni, di Porto Empedocle; Salvatore Ganci, 47 anni, di Agrigento; Daniele Giallanza, 47 anni, di Palermo; Pietro La Cara, 42 anni, di Palermo; Valentino Messina, 46 anni, di Porto Empedocle; Francesco Romano, 33 anni, di Vibo Valentia; Vincenzo Sanzo, 37 anni, di Agrigento; e Attilio Sciabica, 31 anni, di Agrigento.
La Dda ha appellato la sentenza dei 20 condannati, e di Salvatore Ganci, quest’ultimo accusato di essersi rivolto al boss Antonio Massimino, per “punire” una donna, che sarebbe stata sequestrata e portata in un magazzino del centro storico di Agrigento, dove avrebbe subito abusi da parte del capomafia, per ritorsione nei confronti del fidanzato della stessa che aveva acquistato un’autovettura da Ganci con degli assegni falsi. Accuse dalle quali è stato completamente prosciolto, e che la donna ha poi ritrattato in aula.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
