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Home » evidenza » La maxi truffa della fantomatica base militare: 3 indagati

La maxi truffa della fantomatica base militare: 3 indagati

26 Novembre 2021
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Dietro il pagamento di un minimo di 2.500 euro hanno promesso posti di lavoro all’interno di una fantomatica caserma militare, da realizzare a “Punta Bianca”. E per rendere il progetto più credibile, hanno speso il nome del generale di Corpo d’armata Luciano Portolano, illustre cittadino agrigentino, facendo firmare contratti, e distribuendo i tesserini che sarebbero serviti una volta iniziato il lavoro. Un favarese, che nelle riunioni con i truffati si sarebbe presentato come “Cardinale vescovo di Monreale”, e che sarebbe la “mente” del gruppo, e due fratelli imprenditori di Canicattì sono stati denunciati dai carabinieri della locale Compagnia, con le accuse di associazione a delinquere e truffa. I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal capitano Luigi Pacifico, comandante della Compagnia canicattinese.

Ai tre indagati è stato notificato dai militari dell’Arma l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (contenente l’informazione di garanzia) emesso dalla Procura della Repubblica di Agrigento, a firma del procuratore capo Luigi Patronaggio, e del sostituto Giulia Sbocchia. Si tratta di Luciano Montemurro, 62 anni di Favara, e i fratelli Angelo e Diego Favara, 57 e 49 anni, di Canicattì.

Le indagini sono  partite nel febbraio 2020, in piena emergenza Covid, e si sono concluse nel mese di agosto scorso. Sono almeno 160 nella provincia di Agrigento, ma anche di Caltanissetta e Palermo, le persone raggirate. I truffati avrebbero versato somme a partire da 2.500 euro per saltare l’esame di assunzione. Alcuni di loro, proprio seguendo un sistema piramidale tipico delle truffe, sono stati a loro volta convinti a diventare reclutatori di forza lavoro alla base. Il numero dei truffati, comunque, potrebbe essere molto più alto. Forse più di duecento.

Per rendere più credibile il racconto i tre si sarebbero dotati di mappe della base, plichi sigillati in ceralacca, contratti falsi e addirittura tesserini contraffatti. Tutto materiale sequestrato insieme a quello che appare come un “libro mastro” delle persone raggirate.

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