La Procura della Repubblica di Sciacca ha fatto notificare la chiusura delle indagini preliminari, e nel contempo ha ottenuto il giudizio immediato, nei confronti di quattro persone, nell’ambito dell’inchiesta sulle false assunzioni alle Poste, in cambio di denaro.
Si tratta del riberese Alfonso Caruana, 44 anni, ex dipendente delle Poste (l’unico che era finito in carcere, adesso ai domiciliari), la moglie dell’uomo, Antonina Campisciano, anche lei riberese 44enne (tornata libera), una polacca Sylvia Adamczyk, 47 anni (attualmente ai domiciliari), e Pasqualina Serpico, 49 anni, di Castelvetrano (l’unica ad non essere stata raggiunta da misura).
Le ipotesi di reato sono di associazione a delinquere e truffa. Il processo è stato fissato per il 22 settembre prossimo davanti al collegio di giudici del Tribunale saccense. La “banda” ha fatto credere di poter fare assumere alle Poste Italiane, in cambio di un corrispettivo di circa 20 mila euro. Sei le vittime individuate, tutte della provincia di Palermo, che avevano già versato un acconto, in misura diversa, per complessivi 45 mila euro.
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