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Home » Magazine » Resto al Sud 2021: contributi a fondo perduto per imprenditori e professionisti

Resto al Sud 2021: contributi a fondo perduto per imprenditori e professionisti

Marilena Patti Di Marilena Patti
21 Maggio 2021
in Magazine
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Resto al Sud 2021: contributi a fondo perduto per imprenditori e professionisti

Un’opportunità per dare vita a un’impresa o un progetto professionale indirizzato a chi risiede in una regione del Meridione: Resto al Sud, misura affidata a Invitalia e rinnovata anche per il 2021, consente agli aspiranti imprenditori di accedere a contributi, in parte a fondo perduto, che coprono il 100% delle spese. Conoscere alla perfezione il bando Resto al Sud, anche grazie a guide approfondite come quelle di Contributi PMI, aiuta a capire se la misura è quella giusta per realizzare la propria idea imprenditoriale e dare una spinta al proprio futuro. Rispetto allo scorso anno, sono state apportate alcune novità. Intanto, con la Legge di Bilancio 2021, Resto al Sud ha ampliato la platea di possibili beneficiari. Possono infatti usufruire degli incentivi tutti coloro che hanno un età tra i 18 e i 55 anni, a patto che siano residenti in una delle regioni destinatarie della misura: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Possono richiedere i contributi anche i residenti dei 116 comuni delle regioni del cratere sismico di Lazio, Marche e Umbria. 

Oltre a essere residenti in una regione del sud Italia, i richiedenti non devono avere un contratto a tempo indeterminato (oppure devono licenziarsi qualora la domanda venga accettata), né risultare già titolari di un’attività d’impresa alla data del 21 giugno 2017; inoltre, non devono aver beneficiato di altre misure a sostegno dell’imprenditorialità negli ultimi tre anni. Resto al Sud finanzia progetti imprenditoriali di varia natura: turismo, fornitura di servizi a imprese e persone, libere professioni (in forma individuale o societaria), produzione di beni nei settori artigianato, industria e trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura. Escluse invece le attività agricole e commerciali. Le spese ammesse dalla misura riguardano l’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti nuovi, la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria di beni immobili (per un 30% massimo del programma di spesa), l’acquisto di programmi informatici e di servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione. Ammesse anche le spese di gestione (massimo il 20% del programma di spesa). A tal proposito, Resto al Sud copre il 100% delle spese, ma con alcuni limiti: 60mila euro massimo per le imprese individuali, 50mila euro a socio per le società, con tetto massimo di 200mila euro totali per una società composta da quattro persone. 

Le spese vengono finanziate per il 50% con un contributo a fondo perduto e per l’altro 50% con un finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Una volta completato l’intero programma di spese, è possibile chiedere un ulteriore contributo a fondo perduto: 15mila euro massimo per le imprese individuali, 40mila per le imprese in forma societaria. Resto al Sud non ha scadenza né graduatorie: Invitalia valuta le domande secondo l’ordine di arrivo e fino a quando c’è disponibilità di fondi. Resto al Sud è una buona occasione per chi ha un’idea di business valida e desidera realizzare il proprio progetto, con tutte le difficoltà e i rischi connessi all’attività d’impresa. Si tratta di  un sostegno concreto destinato non solo ai giovani, ma anche a chi ha superato i 50 anni, in regioni in cui non mancano certo gli ostacoli, soprattutto in un momento storico complicato come questo. 

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