“Piove sul bagnato. Come se non bastasse la pandemia a distruggere i posti di lavoro adesso anche l’Ufficio scolastico provinciale pensa di tagliare centinaia di posti di lavoro”. Cgil Cisl e Uil chiedono un incontro al Prefetto di Agrigento, scrivono a tutte le autorità competenti per fermare quello che definiscono “un disegno assurdo senza senso” e minacciano lo sciopero nel comparto scuola. “Anche per il prossimo anno scolastico- dicono i sindacati- si prevedono sostanziosi tagli, per adesso dei docenti perché del personale ATA ancora non si è discusso, in organico di diritto. Tutto ciò in netto contrasto con la circolare Ministeriale che anche per il prossimo anno scolastico prevede la riconferma degli organici incremento in riferimento a posti di sostegno e di qualche piccolissimo aumento dei posti di potenziamento nella scuola dell’infanzia.” Ciò porterà , secondo i sindacati, ad “una contrazione del numero dei docenti e a un accorpamento delle classi da parte dei singoli istituti con conseguenti problematiche relative al sovraffollamento delle aule, in contrasto con le norme di contenimento dell’epidemia. La nostra didattica e il nostro territorio non possono sostenere quanto ventilato dall’ufficio scolastico provinciale , una siffatta disposizione risulta controproducente e contestabile nella situazione emergenziale che riguarda anche l’avvio del prossimo anno scolastico per il quale sarebbe opportuno l’aumento degli organici e del numero delle classi piuttosto che la loro contrazione. Dal taglio delle cattedre ne risulterebbe un danno per tutte le categorie: studenti, costretti in classi affollate e spesso anguste, ai quali viene sottratto il diritto alla vera istruzione basato su un rapporto proporzionale e congruo tra docenti e studenti e la continuità didattica; personale di ruolo chiamato a gestire classi numerose ( per quelli che resteranno nelle stesse istituzioni scolastiche) in quanto in tanti saranno costretti a fare domanda di mobilità perché perdenti posto e chissà dove andranno a finire con le cattedre orario esterne magari tra Bivona e Sciacca o tra Cammarata e Licata. Altro che serenità e tranquillità a svolgere professionalmente il proprio ruolo istituzionale.
Ciò comporterà anche l’impossibilità, per coloro che hanno fatto domanda di mobilità interprovinciale, di potersi avvicinare all’ormai agognato nucleo familiare. Ma ancora più drammatica sarà la situazione dei precari e/o dei vincitori di concorso che non solo non avranno la sospirata immissione in ruolo ma rischiano di restare disoccupati aumentando, se mai ce ne fosse bisogno nella nostra provincia, anche il bacino di chi è in cerca il lavoro, lavoro che non c’è e che costringe i nostri giovani, il futuro di questa provincia, a emigrare.
A settembre non sarà assolutamente possibile garantire la sicurezza, tenuto conto anche di un altro fattore negativo, ossia la criticità dovuta all’edilizia scolastica sia nel primo che nel secondo ciclo. Non si può garantire il sacrosanto diritto Costituzionale all’istruzione.”
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