Nuovo sciopero degli operatori ecologici che prestano servizio a Favara, protestano per ottenere lo stipendio. “Non è più tollerabile lo scarica barile sulla gestione del servizio di igiene ambientale: il Comune di Favara si assuma le proprie responsabilità e agisca di conseguenza a tutela della salute dei cittadini e delle tasche degli onesti contribuenti”. Ad intervenire è l’ex consigliere comunale di Favara, Antonio Palumbo. “La scena è purtroppo sempre la stessa – continua Palumbo – i lavoratori sono costretti a scioperare per ottenere lo stipendio che gli dovrebbe essere corrisposto dalle ditte, le quali però attendono il pagamento delle fatture da parte del Comune che, ancora una volta, si stringe nelle spalle e non accetta le proprie responsabilità, lasciando la città sprofondare nella spazzatura con un danno in termini di decoro, salute e anche di costi per la gestione del servizio di igiene ambientale. C’è infatti il rischio che tutta la spazzatura che si sta accumulando per strada (stante che nessun provvedimento è stato adottato dal Comune per fermare i conferimenti da parte dei cittadini per bene che differenziano) verrà poi raccolta durante le attività di pulizia straordinaria, e diventerà indifferenziato piuttosto che essere avviata al riciclo”. Palumbo, inoltre, ritiene “inconsistenti le giustificazioni da parte del Comune, che attribuisce lo stop nei pagamenti al mancato trasferimento di risorse da parte della Regione”. “Il servizio di igiene ambientale – continua – deve essere coperto integralmente dalla bollettazione per legge. Ciò significa che, a prescindere dall’utilizzo temporaneo di altri importi, all’ente resta comunque un debito da colmare se non svolge le dovute attività di recupero dai contribuenti”. Per Palumbo sarebbe quindi necessario comprendere a quanto ammonta esattamente il debito accumulato in questi 5 anni per la mancata riscossione della Tari; se il Comune è o meno in condizione di effettuare la riscossione dei tributi che è oggi solo al 28%; chi o cosa impedisce al Comune di far pagare i cittadini censiti e di scovare chi evade totalmente i tributi.
“Le nostre sono domande abbastanza semplici – conclude -. Se il sindaco e assessori non sono in grado di rispondere, sarebbe il caso che togliessero, il prima possibile, il disturbo”.
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