I Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto e Alessandra Vella hanno emesso l’ordinanza di custodia cautelare per 17 dei 23 indagati dell’operazione “Xydi” dei carabinieri del Ros, e della Dda di Palermo, che hanno smantellato il mandamento mafioso di Canicattì, vicino all’ultimo superlatitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. L’avvocatessa ed altri dieci indagati restano in carcere, ai due poliziotti concessi i domiciliari, per altri quattro è stata decisa la scarcerazione.
Fermo convalidato e restano in carcere Giancarlo Buggea, 50 anni, nato a Palermo, residente a Canicattì (ritenuto uno dei bracci destri del boss di Campobello di Licata Giuseppe Falsone); l’avvocato Angela Porcello, 50 anni, di Canicattì, che sarebbe stata la “messaggera” e la “cassiera” del clan; Luigi Boncori, 69 anni, di Ravanusa; Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì, esponente della Stidda; Calogero Di Caro, 74 anni, capo storico della mafia di Canicattì; Diego Emanuele Cigna, 21 anni, di Canicattì; Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì; Gregorio Lombardo, 66 anni, di Favara; Gaetano Lombardo, 65 anni, di Ravanusa; Calogero Paceco, 57 anni, di Naro; Giuseppe Sicilia, 42 anni, di Favara.
Vanno agli arresti domiciliati i due poliziotti coinvolti nella vicenda, Filippo Pitruzzella, 60 anni, di Campobello di Licata, ispettore fino a poche settimane fa andato in pensione, e Giuseppe D’Andrea, 50 anni, di Agrigento, assistente capo in servizio al Commissariato di Canicattì.
Pitruzzella, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, sottoposto ad interrogato nel carcere di Trapani si è difeso, respingendo le accuse. Secondo la Dda avrebbe rivelato informazioni riservate su indagini di mafia in corso all’avvocato Porcello e a Buggea. Per D’Andrea non è stato convalidato il fermo, ma è stata firmata un’ordinanza di applicazione dei domiciliari. Non è indagato per mafia.
Fermo non convalidato, quindi, lasciano il carcere: Antonino Oliveri, 36 anni, di Canicattì; Giuseppe Pirrera, 62 anni, di Favara; Gianfranco Gaetani, 53 anni, di Naro; e Luigi Carmina, 55 anni, di Caltanissetta.
Nell’inchiesta figurano anche il super latitante, il capo dei capi, Matteo Messina Denaro di Castelvetrano, 58 anni (l’unico sfuggito alla cattura) e il boss ed ex rappresentante provinciale di Cosa Nostra Agrigentina Giuseppe Falsone, 50 anni, di Campobello di Licata (detenuto al 41 bis al carcere di Novara). Per le restanti posizioni i giudici di Agrigento hanno dichiarato la loro incompetenza in favore del Foro di Palermo trasmettendo gli atti al pubblico ministero competente. Erano stati fermati anche Simone Castello, 72 anni, uomo d’onore di Villabate, già fedelissimo del capo mafia Bernardo Provenzano; Antonino Gallea, 64 anni, di Canicattì; Giuseppe Giuliana di 56 anni; Santo Gioacchino Rinallo, 60 anni, di Canicattì.
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