Questa mattina, nell’ambito dell’operazione “Xydi” i carabinieri del Ros hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti di 23 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso (Cosa nostra e Stidda). Sono stati colpiti dal provvediemento, tra gli altri, Matteo Messina Denaro e Giuseppe Falsone, ritenuti rispettivamente al vertice della provincia mafiosa di Trapani e della provincia mafiosa di Agrigento; indagati anche soggetti ritenuti esponenti di vertice di diverse articolazioni mafiose di Cosa nostra (mandamento di Canicatti’ e famiglia di Favara) nonche’ capi, promotori e organizzatori della rinnovata associazione mafiosa Stidda. Secondo le indagini degli inquirenti, oltre al generalizzato controllo della criminalita’ comune, estremamente significative sono le infiltrazioni di Cosa nostra e della Stidda nelle attivita’ economiche: grande rilievo assume il controllo e lo sfruttamento del lucrosissimo settore commerciale delle transazioni per la vendita di uva e di altri prodotti ortofrutticoli della provincia di Agrigento che, oltre a garantire rilevantissime entrate nelle casse delle organizzazioni, permetteva loro di consolidare il gia’ rilevante controllo del territorio . In tale quadro, e’ stato pure sventato un progetto omicidiario organizzato dagli esponenti della Stidda in danno di un mediatore e un imprenditore che non avevano corrisposto – a titolo estorsivo – alla nominata associazione mafiosa parte dei guadagni realizzati con le loro attivita’. La particolare ampiezza dell’azione investigativa ha cristallizzato, inoltre, la perdurante posizione apicale, nell’ambito di cosa nostra, di Matteo Messina Denaro che, punto di riferimento decisionale dell’organizzazione, ha continuato a impartire direttive sugli affari illeciti piu’ rilevanti gestiti dal sodalizio nella provincia di Trapani ed in altri luoghi della Sicilia.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
