“Gli sbarchi fantasma provenienti dalla rotta tunisina, sebbene possano apparire frutto dell’autonoma iniziativa di pochi migranti, sono invece, nella gran parte dei casi, episodi riconducibili a un preciso disegno della criminalità organizzata, radicata in Tunisia ma, stavolta, in stretto contatto con quella italiana”. Si legge nella relazione annuale sullo stato della giustizia, curata dal presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca, dei tribunali del distretto: Palermo, Trapani, Agrigento, Termini Imerese, Marsala e Sciacca.
Soltanto nel luglio del 2020, in acque territoriali di Lampedusa e Linosa, si sono registrati oltre 100 sbarchi di oltre duemila cittadini extracomunitari. Altrettanti sbarchi sono avvenuti sulle coste agrigentine, e trapanesi di piccole imbarcazioni con massimo una ventina di migranti a bordo.
“Si tratta di fenomeni che, proprio perché molto recenti, meritano un particolare approfondimento. Tuttavia, sin da ora può affermarsi che non solo è possibile ipotizzare la sussistenza, a monte, di un’organizzazione tunisina dedita al favoreggiamento dell’immigrazione, ma si può anche ritenere che essa abbia iniziato a operare in stretto contatto con i trafficanti libici, così come dimostrano le rotte intraprese e la creazione, in alcune località tunisine, di centri di detenzione che riproducono quelli libici”.
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