I giudici del Tribunale del Riesame di Palermo, ai quali si è rivolto il legale difensore, l’avvocato Teresa Alba Raguccia, hanno rigettato il ricorso, e confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, nei confronti di Angelo D’Antona, 35enne, di Raffadali, arrestato in Germania nel settembre scorso, poi estradato in Italia (come anticipato e raccontato dal quotidiano La Sicilia e da AgrigentoOggi), perché ritenuto uno dei due presunti killer del 69enne raffadalese Pasquale Mangione, ucciso il 2 dicembre del 2011, in contrada “Modaccamo”, perchè avrebbe molestato donne, anche sposate.
D’Antona resta detenuto nel carcere di “Secondigliano”, a Napoli. Nel corso dell’interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere. Nelle settimane scorse era stata confermata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’altro presunto killer, Roberto Lampasona, 43 anni, di Santa Elisabetta (difeso dall’avvocato Antonino Gaziano). A ricostruire l’omicidio, facendo il nome di D’Antona, e di Lampasona, è stato Antonino Mangione, anche lui finito in carcere.
Le sue dichiarazioni hanno trovato riscontro durante le indagini della squadra Mobile di Agrigento, diretta dal vicequestore Giovanni Minardi, e dalla sua vice Geneviève Di Natale, e coordinate dal sostituto procuratore della Dda di Palermo, Claudio Camilleri.
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