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Home » Sciacca » L’Ordine degli architetti chiede il commissariamento del Consiglio comunale di Sciacca

L’Ordine degli architetti chiede il commissariamento del Consiglio comunale di Sciacca

3 Settembre 2020
in Sciacca
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Piano regolatore generale, dopo i pareri del Consiglio regionale dell’Urbanistica l’iter si blocca a causa dell’incompatibilità dell’ufficio Tecnico e del Consiglio comunale.

L’Ordine degli architetti, presieduto da Alfonso Cimino, chiede il commissariamento del Consiglio comunale perché “Una città in assenza dello strumento urbanistico è un territorio senza futuro – spiega Alfonso Cimino – Se poi consideriamo che dopo lunghissimi anni, finalmente, siamo nella fase di arrivo e in questa fase non è possibile esercitare lo strumento della concertazione per l’incompatibilità dell’ufficio Tecnico e di tutto il Consiglio comunale, il problema, seppur paradossale, sfocia in una fase di declino del territorio. Ed è esattamente ciò che sta accadendo a Sciacca”.

Il Consiglio Regionale dell’Urbanistica, nell’adunanza del 29 luglio scorso e dopo un lunghissimo iter procedurale, ha finalmente espresso il proprio parere al PRG, adottato con delibera del commissario ad acta con i poteri del C.C. n. 16 del 20 aprile 2015, ma né l’ufficio Tecnico né il Consiglio Comunale potranno controdedurre poiché incompatibili.

“Quindi la città ed i cittadini non potranno essere tutelati dai propri rappresentanti nell’indicare alcune giuste osservazioni  – prosegue il presidente Cimino – Gli Architetti di Sciacca, con i propri rappresentanti dell’Ordine degli architetti Michele Ferrara e Salvatore Porretta, di concerto con gli altri liberi professionisti, tecnici e i rappresentanti degli altri Ordini professionali quali agronomi, geologi, geometri, ingegneri e periti agrari, hanno avuto modo in questi giorni di dibattere sulle opportunità di azioni congiunte che vedono un PRG che, di fatto, nasce desueto, non muove i suoi passi sullo sviluppo della città in relazione anche a una nuova Legge Urbanistica siciliana. Per queste ragioni riteniamo con grande forza che le azioni da compiere possono essere da una parte quella di commissariare il Consiglio comunale e dall’altra, in modo congiunto, di far slittare i tempi per controdedurre.

L’Amministrazione regionale e l’assessorato regionale al Territorio non possono che ascoltare queste proposte per esercitare democraticamente il diritto di discutere sul futuro della città – conclude Alfonso Cimino – e l’Amministrazione comunale deve adempiere in tempi ristretti per sanare la incompatibilità di un ufficio Tecnico che deve compiere obbligatoriamente il proprio ruolo funzionale”.

 

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