La prima Regione in ordine di tempo ad avviare l’attivita’ di test e’ stata il Veneto (31/3), l’ultima il Lazio (11/4). A queste dall’11 maggio si e’ aggiunto lo studio nazionale promosso dall’Istituto Superiore di Sanita’. Tutte le Regioni hanno individuato negli operatori sanitari il target primario in questa prima fase; altri target sono forze dell’ordine, lavoratori in azienda o popolazione generale campionata. Assume estrema rilevanza, si legge nel report, l’analisi della “readiness” delle Regioni per la Fase 2. L’analisi delle delibere regionali mostra che per la Fase 1 ben 16 Regioni hanno predisposto un provvedimento di “Programmazione Sanitaria Regionale”. Quattro Regioni, Lazio, Marche, Lombardia e Liguria in questa settimana hanno emanato provvedimenti di programmazione sanitaria Regionale per la Fase 2, aggiungendosi a Toscana ed Emilia Romagna che avevano gia’ deliberato nella settimana precedente. In totale sono ora 14 le Regioni ad aver dato delle “Linee di indirizzo per la ripresa delle attivita’ ospedaliere e ambulatoriali” non legate all’emergenza Covid-19. All’appello mancano, Sardegna, Umbria, Molise, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e le PA di Trento e Bolzano. I documenti di programmazione si sono in particolare concentrati sull’individuazione dei Covid-Hospital, cosi’ come suggerito dalla strategia in 5 punti del Ministero della Salute. Tre approcci sembrano emergere al momento: quello dell’ospedale Covid unico regionale (Regione Marche), quello della Rete “stellare” di ospedali Covid-19 (vedi Lombardia), e quello della rete “Hub & Spoke” che caratterizza il Lazio che ha suddiviso le strutture ospedaliere distribuite in 10 aree che fanno riferimento a 2 Covid-Hospital – HUB (Spallanzani e Gemelli) e altri 3 centri regionali Covid. In Emilia Romagna il sistema prevede una rete hub&spoke per le terapie intensive. La Regione Liguria, all’inverso, nella programmazione ha invece individuato alcuni ospedali come “Covid-free”. Infine, continua l’implementazione di soluzioni di telemedicina: il trend di crescita del numero totale delle iniziative avviate dalle singole aziende e’ oltre il 15% in piu’ rispetto alla settimana scorsa (totale attuale 127). Aumenta significativamente il numero delle soluzioni per assicurare l’accesso alle cure dei pazienti ordinari (+20%), rispetto a un aumento del 10% delle soluzioni dedicate ai pazienti Covid. Per la gestione dei pazienti Covid la maggior parte delle soluzioni (due su tre) si basa su app e piattaforme dedicate. Nelle altre patologie, e’ invece preponderante l’utilizzo di strumenti web generalizzati e anche del solo contatto telefonico (circa 80%). E’ stato annunciato l’avvio di una iniziativa finalizzata alla progettazione di una nuova soluzione a livello regionale. (Agi)
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