L’alba del 4 maggio dopo le disposizioni dell’ultimo DPCM solennemente indetto dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, con la quale annunciava l’alleggerimento di alcune restrizioni, catapulta l’intera penisola dalla cosi detta fase 1 alla fase 2.
Uno tra gli scenari più incerti della fase 2 in italia è sicuramente quello che riguarda la riapertura di bar e ristoranti.
Luoghi votati alla convivialità, i locali sono alle prese con numerosi dubbi, legati al ritorno all’attività lavorativa.
Infatti, da alcune note del medesimo decreto, emerge che proprio da quella “data zero” sarà consentito per bar e ristoranti lavorare grazie al servizio di consegna a domicilio e con il cibo d’asporto.
Per molti una specie di “salvagente”, utile a mantenere in vita un’attività grazie a queste entrate.
Per altri (specialmente al sud) convoglio superveloce con stazione prossima il baratro. Dunque la categoria si ritrova ad essere completamente divisa.
Dalle nostre parti ha suscitato molto “rumore” l’azione compatta e irremovibile
Di un’intera comunità che abbraccia il mondo della gastronomia, Palma di Montechiaro.
Abbiamo sentito uno dei promotori, Giuseppe Cedimile che ha risposto al nostro giornale.
“La situazione è molto più critica di quanto sembra” ….
“Le restrizioni per i potenziali clienti restano congelate alla fase 1, cambia solo il discorso delle visite per i congiunti”
Continua ancora Cedimile. ” con i costi fissi pregressi nei due mesi di chiusura forzata rischiare di alimentare ancora di più i numeri in negativo significherebbe una morte sicura di tutta le attività gia in sofferenza” .
“Chiediamo a gran voce che lo stato faccia sul serio…. l’elemosina delle 600€ la ritengo una presa in giro… la soluzione unica gira attorno al fondo perduto… parola che chi ci governa ha difficoltà a pronunciare. E inoltre il blocco totale di tutte le imposte e il congelamento dei servizi di energia elettrica, sevizio idrico e gas.
Facciano presto … domani potrebbe essere già tardi” ha concluso Cedimile “intanto noi non apriamo ma non escludiamo nei giorni prossimi un’azione meno statica”.
Ps: nella foto una delle tante attività con saracinesca chiusa nel paese del Gattopardo.
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