Il boss Giuseppe Falsone che sta scontando l’ergastolo ha chiesto, attraverso il suo legale, l’avvocato Angela Porcello, l’annullamento del 41 bis, il cosiddetto “carcere duro” per i mafiosi.
La nuova richiesta dopo che una avvocatessa, collaboratrice dell’avvocato Porcello, ha parlato telefonicamente con il boss di Cosa nostra agrigentino, Giuseppe Falsone, detenuto al 41 bis al carcere di Novara, territorio fra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus.
Da tempo il capomafia campobellese, catturato dieci anni fa a Marsiglia, non riceve corrispondenza, né telefonate e colloqui. L’avvocato Angela Porcello, così, aveva presentato un’istanza al Magistrato di Sorveglianza e al garante dei detenuti, soprattutto per i colloqui negati ai familiari e all’impossibilità degli stessi di avere notizie anche sulle condizioni di salute, chiedendo l’autorizzazione ad effettuare i colloqui difensivi e con i familiari utilizzando i propri numeri professionali.
Nei giorni scorsi è stata concessa una telefonata. Una collaboratrice dell’avvocato Porcello, si è recata nella Casa circondariale a L’Aquila, così come da disposizioni dell’Amministrazione penitenziaria, e da un locale interno della struttura ha conversato con Falsone, il quale ha rassicurato il legale e i familiari sul suo stato di salute.
Da quello che si è appreso il boss resta completamente “isolato” nella sua cella senza alcun “contatto”, anche e soprattutto nel rispetto alle prescrizioni imposte dai provvedimenti, ed evitare contagi al Covid-19.
Era da oltre un mese, stante lo stato di emergenza sanitaria, che la difesa non riusciva ad avere un contatto con il campobellese, per evitare la diffusione del Covid19, e a tutt’oggi è precluso l’ingresso di avvocati o comunque estranei presso il carcere “Pasquale Di Lorenzo”, Ciò impediva l’effettuazione di qualsiasi colloquio.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp