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Home » evidenza » Coronavirus. Agrigento Centro Covid

Coronavirus. Agrigento Centro Covid

Redazione Di Domenico Vecchio
31 Marzo 2020
in evidenza
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Coronavirus. Agrigento Centro Covid

Tante e importanti misure stanno per essere introdotte, già da queste ore, per fronteggiare il coronavirus.

Il San Giovanni di Dio ed il Giovanni Paolo II, punti di riferimento dei pazienti Covid-19 in provincia.

La scelta, per certi versi obbligata, è dovuta al fatto che in queste due strutture ci sono sistemi di ossigeno centralizzati funzionanti, condizione essenziale per assistere pazienti Covid.

A contribuire alla scelta, presa da i vertici dell’Asp di concerto con la commissione straordinaria per l’emergenza Covid, anche la presenza del reparto di rianimazione, considerato che i rianimatori saranno colonna portante per gestire l’emergenza.

Ad essere spostati altrove saranno quindi alcuni reparti presenti al San Giovanni di Dio. Medicina, così come stipulato in protocollo, sarà ospitato alla Clinica Sant’Anna, così come oculistica e otorino, mentre Chirurgia sarà spalmato tra Licata e Canicattì.

Ad Agrigento rimarranno invece maternità ed emodinamica, il primo perché anche donne affette da covid possono essere in procinto di partorire, il secondo perché si tratta di un reparto che gestisce emergenze.

Nella struttura di contrada Consolida rimarrà anche Oncologia, reparto che non gestisce degenze e ricoveri permanenti e che secondo la commissione può disporre di ingressi al piano terra.

In tutto, nella provincia di Agrigento, sono previsti 203 posti letto dedicati al Covid -19 di cui 23 posti di terapia intensiva.

In passato si era pensato anche di creare il centro Covid a Ribera, ma adesso questa struttura quasi dimenticata, sarà utilizzata invece per altri tipi di ricoveri.

Agrigento quindi si prepara, nonostante le polemiche e tante perplessità, a diventare il cuore pulsante dell’emergenza sanitaria in provincia.

E mentre si spera che il picco possa essere contenuto e che non ci sia la necessità di spostare i posti letto nelle corsie che si sono liberate, un dato è certo. Il fenomeno coronavirus ha messo in luce tutti i limiti della sanità, non solo di quella siciliana o agrigentina ma di quella nazionale. E’ in questo contesto che tutti i nodi sono venuti al pettine

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