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Home » Lampedusa » Coronavirus, Lampedusa fra atti di fratellanza e l’economia in pericolo

Coronavirus, Lampedusa fra atti di fratellanza e l’economia in pericolo

Redazione Di Elio Desiderio
29 Marzo 2020
in Lampedusa, Cronaca
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Lampedusa. Sulla più grande delle Pelagie la situazione sembra sia sotto controllo, la donna trovata positiva al tampone per il coronavirus è in quarantena e in buone condizioni nella propria abitazione.

Dopo un primo momento di paura da parte degli isolani che avevano appreso da internet del primo e per il momento unico caso di coronavirus, il timore iniziale è rientrato. Il sindaco delle Pelagie Pelagie, Totò Martello con una diretta su Facebook ha chiarito quello che è successo.

La signora in questione è rientrata a Lampedusa da Bergamo insieme al marito ma sin dal suo rientro,  dopo avere regolarmente segnalato alle autorità i suoi spostamenti, non ha interagito con chicchessia relegandosi con l’intero nucleo familiare a casa. “Sono passati più di 14 giorni da quando è rientrata a Lampedusa la nostra concittadina  – ha spiegato il sindaco Martello nella sua diretta Facebook – e quindi il peggio credo sia passato anche per le persone che hanno viaggiato con lei in aereo, ora auguriamo alla signora una pronta guarigione”.

Da segnalare l’assoluta correttezza degli isolani in questo periodo che stanno seguendo le misure previste dai decreti del governo e le ordinanze sindacali che il sindaco, ha divulgato. A Lampedusa per motivi di sicurezza sono stati ridimensionati i trasporti sia via mare che aerei riducendo al minimo indispensabile le corse.

Anche per i lavoratori pendolari che si avvicendano da Palermo o da Porto Empedocle ci sono state novità in quanto i lavoratori, dovranno fare turni di servizio per periodi più lunghi del previsto per evitare pericolose turnazioni settimanali. Sull’isola non c’è un un’ospedale e questo metterebbe  a rischio l’intera popolazione nel caso in cui dovessero incrementarsi i contagi. Alcuni giorni addietro, Giovanni Sorrentino che sull’isola è conosciuto da tutti come Titino, l’unico industriale di Lampedusa che da molti anni vive fuori dall’isola ed è proprietario della gs converting “a family company” una azienda che produce anche prodotti per la disinfezione, ha inviato ai suoi compaesani 4.800 blister per la disinfezione delle mani o superfici.

Nella lettera che accompagnava i tubetti questa dicitura: “Donazione per la nostra amata isola di Lampedusa. Mister Clean Gel disinfettante  4.800 confezioni da distribuire a tutti i lampedusani”. Si tratta di una donazione che il lampedusano Sorrentino ha voluto fare non appena ha saputo che a Lampedusa non si trovavano in commercio disinfettanti per le mani.

Lampedusa per l’effetto del coronavirus si sta preparando a vivere uno dei momenti più difficili anche per l’aspetto economico essendo l’isola a vocazione quasi esclusivamente turistica.

Ne abbiamo parlato con uno degli imprenditori più accreditati dell’isola, Giovanni Mannone titolare di Viaggi in cantiere, tour operator isolano e albergatore. ” la situazione è molto delicata – ha spiegato Giovanni Mannone – le prenotazioni per l’estate 2020 stavano andando bene salvo poi avere uno stop alle prime avvisaglie del problema coronavirus. Non sappiamo a questo punto, cosa accadrà.

Al momento sembra sia tutto fermo come credo sia giusto e normale vista la situazione ma una cosa è certa, sarà una stagione turistica sicuramente difficile che metterà a dura prova l’intero comparto turistico di Lampedusa e certamente di tutta la Sicilia. Lampedusa è doppiamente penalizzata in confronto ad altre realtà siciliane in quanto la maggioranza dei turisti che vengono da noi provengono proprio dalle zone che sono maggiormente colpite dal fenomeno coronavirus; con Bergamo e Milano in testa. Che Dio ci assista e che possano i nostri  governanti,  attuare delle soluzioni che ci consentino di poterci riprendere, nel corso del tempo.

La speranza è che si possa lavorare almeno per i mesi centrali del periodo estivo. Lampedusa e i suoi abitanti  – ha continuato Giovanni Mannone – hanno bisogno di tutele e di aiuti per sopperire a questa situazione perché a differenza di prima, quando l’isola viveva di pesca, senza turismo potrebbero capitolare centinaia di piccole e medie aziende e parlo di albergatori, ristoratori o di chi affitta appartamenti o mezzi di locomozione.

Tutto ruota intorno al turismo e le problematiche che ci contraddistinguono sono diverse ed enormi in confronto a quelle che vivono gli altri siciliani che hanno sui loro territori ad esempio, gli ospedali e i medici specialisti come e quando vogliono. Qui no e soprattutto durante il periodo invernale a centinaia interi nuclei  familiari sono costretti ad andare a spese proprie a Palermo o in altre città per potere farsi visitare ma questo, è  solo uno dei problemi che dobbiamo vivere e subire”. ELIO DESIDERIO 

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