In previsione della scelta e dell’acquisto di un dominio per un sito web, è bene valutare con attenzione ogni decisione da assumere, anche per evitare errori che si potrebbero rivelare dispendiosi. Per esempio, dopo aver trovare un dominio efficace sul piano comunicativo e di impatto, non bisogna pensare che acquistarlo sia un gioco da ragazzi: non è detto, infatti, che esso non sia già stato preso da qualcun altro. La verifica della disponibilità del nome a dominio è un passo fondamentale e inevitabile, anche se per fortuna di difficile attuazione. Il servizio online whois.domaintools.com è uno dei tanti che possono essere utilizzati per accertarsi se sia possibile registrare un dominio con una certa estensione, ma anche per verificare se esso fa parte di qualche blacklist o se è già stato utilizzato da terzi.
Il dominio e le parole chiave
Prima di arrivare al momento dell’acquisto dominio, dunque, c’è un iter piuttosto lungo da affrontare. Risulta legittimo domandarsi, per esempio, se in un dominio ci vogliano delle parole chiave o se alle keyword occorrerà pensarci in un momento successivo. Il consiglio è quello di non sfruttare più del necessario una strategia di posizionamento di questo tipo per non abusarne, anche perché un sito con troppe keyword nel dominio può suscitare l’effetto contrario a quello che si auspica. La questione viene presa seriamente in considerazione da Google, soprattutto dopo che è stato introdotto l’algoritmo EMD: ecco, quindi, che oggi la tecnica di inserimento delle parole chiave nel dominio viene penalizzata in molti casi. Questo non vuol dire che sia sconsigliabile inserire delle keyword, ma è sempre preferibile associarle al nome dell’azienda o del brand.
Come trovare le keyword da inserire nel dominio
Per capire quali sono le parole chiave di cui si ha veramente bisogno e che consentono di raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati, si può compiere una ricerca in merito tramite Google Trends o Keyword Planner: si tratta in entrambi i casi di strumenti gratuiti che possono essere usati da chiunque e che permettono di verificare i trend relativi a specifiche ricerche di parole chiave.
I trattini sono vietati?
Il punto di partenza per la scelta di un dominio è che un nome a dominio che sia costituito da una sola parola è sempre da preferire. Va detto, tuttavia, che l’impiego del trattino fino a un po’ di tempo fa veniva considerato in un’ottica positiva, dal momento che esso consentiva di usufruire di una migliore indicizzazione, che risultava anche più rapida. Ciò accadeva per il semplice motivo che i motori di ricerca non erano ancora in grado di distinguere senza difficoltà due o più parole unite. La situazione, tuttavia, è cambiata, sempre per effetto dell’algoritmo EMD che è stato menzionato in precedenza. Oggi, anzi, si è passati allo scenario opposto, e il trattino dovrebbe essere evitato quando se ne ha la possibilità. Vale la pena di ricorrervi se un dominio è già preso da un omonimo e non si ha alcuna intenzione di rinunciarvi, oppure se ci potrebbero essere delle difficoltà nel comunicare il nome dominio stesso, per esempio perché ci sono due vocali uguali l’una di fianco all’altra: un trattino in questo caso permette di distinguerle e di evitare confusione.
E l’estensione?
Con la guida per creare un sito internet che vi linkiamo, è facile capire qual è l’approccio più indicato da seguire nella scelta dell’estensione, tenendo presente che oggi la gamma di soluzioni a disposizione è molto ampia e variegata. Per capire qual è l’estensione migliore, non bisogna far altro che prendere in considerazione il mercato di riferimento di cui si fa parte o in cui ci si vuol inserire: il .it, per esempio, è sempre opportuno per un’attività che è presente solo nel nostro Paese e che non è destinata a espandersi al di là dei confini nazionali.
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