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Home » note ufficiali » Questione guida turistica, formalizzato atto di querela

Questione guida turistica, formalizzato atto di querela

3 Ottobre 2018
in note ufficiali
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Il Presidente della Confcommercio Sicilia Francesco Picarella ha promosso formale Esposto-Querela nei confronti della Casa Editrice “Feltrinelli”, appartenente al gruppo “Giangiacomo Feltrinelli Editore”, nonchè nei confronti della Rough Guides e della Autrice Ros Belford, con l’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa e riserva di richiesta di un risarcimento di giustizia per la lesione all’immagine, prestigio e decoro, per causa delle espressioni usate all’interno della guida turistica su Agrigento e sui ristoratori. Picarella, che ha dato formale mandato all’Avvocato Ornella Russello, del Foro di Agrigento, ha ritenuto che i contenuti della guida facenti riferimento alla Città dei templi “siano un’offesa ad una Comunità di eccellenti tradizioni storiche e valori, ai commercianti onesti, a coloro che credono nel lavoro, a quelli che si sono battuti per anni affinché il buon nome della Sicilia e di Agrigento in specie, non venisse necessariamente affiancato alla parola mafia”.

La rabbia è tanta anche da parte dei Cittadini, perché la guida, sempre secondo l’esponente di Confcommercio, usa “un linguaggio offensivo, figlio di stereotipi razzisti”. In questo modo vengono penalizzate la Città, le sue potenzialità turistiche, le aziende, i ristoranti e gli alberghi del territorio.

Come si ricorderà la guida Turistica in questione non ha usato parole lodevoli nei confronti della città di Agrigento, come già fatto per Caserta dove analoghe iniziative giudiziarie sono state promosse per una vicenda simile, informando i turisti che “le statistiche del governo indicano che Agrigento è una delle città più povere d’Italia e non risulta una sorpresa apprendere che qui gli atteggiamenti di tipo mafioso siano ben radicati”. Non proprio un incentivo a visitarla, perché dulcis in fundo un’altra frase mette in allarme i turisti: “Nessun pericolo, solo una maggiore tendenza tra i ristoratori, rispetto al resto della Sicilia, a perpetrare piccole truffe”. La questione si trasferisce adesso all’attenzione della Procura Agrigentina per le indagini e iniziative giudiziarie opportune, a condanna della grave condotta diffamatoria.

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