AGRIGENTO. L’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa si è schierato a favore dell’abbattimento del ponte Morandi di Agrigento.
“Opera – afferma l’assessore in un articolo pubblicato su La Sicilia – che deturpa il paesaggio della Valle sia visivamente sia direttamente incidendo con i suoi piloni su aree archeologiche ricche di testimonianze della città antica”.
A sostegno dell’abbattimento del viadotto aggiunge che “è fuor di dubbio che la sua rimozione darebbe respiro visivo ed una più esaustiva e bella visione della Valle da più punti di osservazione. E’ evidente che si tratta di una scelta non facile che deve prendere in considerazione anche il benessere dei cittadini evitando disagi nella circolazione tra le varie parti della città“.
Così come è evidente che le dichiarazioni dell’assessore non tengono conto dell’enorme importanza delle infrastrutture che vorrebbe si abbattessero, che agevolano e consentono a visitatori e turisti di muoversi tra le varie zone della città. Di quale “respiro” parla l’assessore, considerando che l’opera esiste da circa cinquant’anni e costituisce un’importante e indispensabile arteria di collegamento? Di quali aree archeologiche parla, forse di quella necropoli abbandonata a se stessa e mai resa fruibile ai turisti?
Se dovesse passare il ragionamento dell’attuale assessore regionale ogni meta turistica sarebbe priva di aeroporti e altre indispensabili infrastrutture. Se parliamo di impatto, in modo anacronistico, si ritorna indietro negli anni quando si voleva far credere che la Valle era aggredita dall’abusivismo edilizio, cosa che invece – come chiarito nel tempo – non è affatto vera. Come al solito, senza averne le competenze specifiche, demonizza il progettista ( perché non abbattere allora tutte le opere di Morandi e tutti i viadotti e ponti che abbisognano solo di una manutenzione spesso carente o addirittura assente ?).
Si occupa solo per questo della Valle dei Templi, lui che è il più grande sponsor di Selinunte (Google Camp) e di Segesta?
L’assessore ci dica inoltre cosa ha in serbo il governo regionale per far uscire la provincia di Agrigento dall’isolamento in cui si trova, unica priva di scalo aeroportuale, tagliata fuori dalle reti autostradale, con una ferrovia paragonabile ai tempi del Far West, strade pericolose e oggetto di scarsa manutenzione.
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